Brexit: Juncker, “Bruxelles non ha alcun piano B. Esiste solo un piano A”

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Settimana decisiva dei negoziati fra Londra e Bruxelles, rispetto ai quali, come ha detto chiaramente il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond, “non c’è ancora un accordo”.  

Sulla Brexit “non c’è nessun piano B”, ha detto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker a proposito della possibilità che la Gran Bretagna esca dall’Ue. “Se io dicessi che abbiamo un piano B, in qualche modo lascerei intendere la volontà della Commissione di considerare seriamente la possibilità che ciò avvenga. “Abbiamo solo un piano A”, ha spiegato Juncker.

Intanto David Cameron è pronto ad annunciare la data del referendum già venerdì dopo la chiusura del vertice europeo “cruciale” per i negoziati fra Londra e Bruxelles. Ci si aspetta che il premier britannico riesca a raggiungere un accordo con l’Ue e a presentarlo poco dopo a Londra in una seduta straordinaria del consiglio dei ministri. La data più probabile in cui i sudditi di sua maestà saranno chiamati al voto per decidere sulla permanenza del Paese nell’Ue è ancora il 23 giugno. 

Il l presidente del Parlamento europeo Schulz dopo l’incontro con il premier britannico ha sottolineato che ‘Ci sono preoccupazioni nel Parlamento europeo per l’Unione bancaria e per le istituzioni finanziarie’. Durante il colloquio con Cameron, Schulz ha detto di aver assicurato che sulla questione dei limiti all’accesso al welfare, il Parlamento europeo sarà “il più costruttivo possibile per trovare un compromesso”. 

I prossimi giorni fino al vertice europeo del 18-19 saranno fondamentali prima della ‘prova’ al tavolo delle trattative. Il premier David Cameron è convinto di potercela fare e la sua azione viene sicuramente galvanizzata da interventi come quelli di McCall e di altri ‘pezzi da novanta’ del mondo imprenditoriale che possono esercitare una certa influenza sull’opinione pubblica. Sembra che però i britannici, in vista del referendum che si potrebbe tenere già il prossimo giugno qualora il vertice europeo si chiudesse con un’intesa fra le parti, non abbiano fiducia nel loro primo ministro. E’ quanto emerge da un sondaggio pubblicato dall’Independent on Sunday: il 58% di loro ritiene che l’accordo con l’Ue non sarà vantaggioso per il Regno Unito.

 

Settimana decisiva dei negoziati fra Londra e Bruxelles, rispetto ai quali, come ha detto chiaramente il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond, “non c’è ancora un accordo”.  

Sulla Brexit “non c’è nessun piano B”, ha detto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker a proposito della possibilità che la Gran Bretagna esca dall’Ue. “Se io dicessi che abbiamo un piano B, in qualche modo lascerei intendere la volontà della Commissione di considerare seriamente la possibilità che ciò avvenga. “Abbiamo solo un piano A”, ha spiegato Juncker.

Intanto David Cameron è pronto ad annunciare la data del referendum già venerdì dopo la chiusura del vertice europeo “cruciale” per i negoziati fra Londra e Bruxelles. Ci si aspetta che il premier britannico riesca a raggiungere un accordo con l’Ue e a presentarlo poco dopo a Londra in una seduta straordinaria del consiglio dei ministri. La data più probabile in cui i sudditi di sua maestà saranno chiamati al voto per decidere sulla permanenza del Paese nell’Ue è ancora il 23 giugno. 

Il l presidente del Parlamento europeo Schulz dopo l’incontro con il premier britannico ha sottolineato che ‘Ci sono preoccupazioni nel Parlamento europeo per l’Unione bancaria e per le istituzioni finanziarie’. Durante il colloquio con Cameron, Schulz ha detto di aver assicurato che sulla questione dei limiti all’accesso al welfare, il Parlamento europeo sarà “il più costruttivo possibile per trovare un compromesso”. 

I prossimi giorni fino al vertice europeo del 18-19 saranno fondamentali prima della ‘prova’ al tavolo delle trattative. Il premier David Cameron è convinto di potercela fare e la sua azione viene sicuramente galvanizzata da interventi come quelli di McCall e di altri ‘pezzi da novanta’ del mondo imprenditoriale che possono esercitare una certa influenza sull’opinione pubblica. Sembra che però i britannici, in vista del referendum che si potrebbe tenere già il prossimo giugno qualora il vertice europeo si chiudesse con un’intesa fra le parti, non abbiano fiducia nel loro primo ministro. E’ quanto emerge da un sondaggio pubblicato dall’Independent on Sunday: il 58% di loro ritiene che l’accordo con l’Ue non sarà vantaggioso per il Regno Unito.