Brexit, imprese italiane rimangono fiduciose. L’analisi di Paolo Mameli (Intesa Sanpaolo)

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L’indice composito di fiducia delle imprese è rimbalzato a luglio, a 103,3 dopo essere calato a 101,2 a giugno. Si tratta di un massimo nell’anno.
 
Il morale delle imprese è migliorato per il secondo mese consecutivo nel settore manifatturiero (a 103,1 da 102,8 precedente: è un massimo da gennaio) e per il terzo mese nelle costruzioni, dove l’indice ha raggiunto 126,2 (da 121,6 precedente) ovvero un massimo da ben 8 anni. Il morale è anche rimbalzato nei servizi (a 108,6 da 105,1) e nel commercio al dettaglio (dopo quattro mesi consecutivi di calo: a 101,3 da 99,3 di giugno). In tutti i settori considerati, il livello dell’indice è superiore alla media quinquennale o decennale (in particolare nelle costruzioni).
Nel manifatturiero, il recupero è trainato da valutazioni più ottimistiche sulla produzione, sia correnti che prospettiche (i rispettivi indici sono saliti a -10 da -12 e a 10 da 9). Invariati sia i giudizi che le attese sugli ordini (ma si nota un calo delle commesse domestiche e viceversa un aumento degli ordinativi dall’estero). Peraltro, le aspettative delle imprese sulla situazione economica generale sono peggiorate ancora (a -4 da -3 precedente). Il morale delle aziende manifatturiere è in deciso aumento in particolare nel settore dei beni di consumo, mentre più modesto è il miglioramento nel comparto di beni strumentali e viceversa si nota un calo nel caso dei beni intermedi. 
 
Secondo le consuete domande trimestrali sulla capacità produttiva, nel 2° trimestre il grado di utilizzo degli impianti è rimbalzato lievemente a 76%, dopo essere calato a 75,9% il trimestre precedente (si tratta di livelli superiori alla media storica). È anche scesa (al 27% dal 29% precedente) la quota di imprese che segnala la presenza di ostacoli all’attività produttiva (sia di quelli legati all’insufficienza della domanda che dei vincoli finanziari). La fiducia dei consumatori è tornata a crescere a sorpresa a luglio, a 111,3 dopo essere calata nei tre mesi precedenti (a 110,2 a giugno). Il livello dell’indice è ben superiore alla media storica. 
 
Il recupero è dovuto al miglioramento della situazione economica personale (a 105 da 103), mentre il clima economico generale nella percezione delle famiglie peggiora ancora (a 103,7 da 131,7: è il minimo nell’ultimo anno). In recupero in ogni caso sia i giudizi correnti (109,1 da 108,2) che le aspettative per il futuro (114,9 da 112,9). 
Migliorano lievemente, dopo essere peggiorate nei tre mesi precedenti, le aspettative sulla disoccupazione (a 30 da 32 di giugno; il trend sembra ancora verso il basso).  In miglioramento la situazione economica sia corrente che attesa delle famiglie e le opportunità sia attuali che future di risparmio nonché di acquisto di beni durevoli; viceversa, peggiorano i giudizi sul bilancio familiare (da 1 a -1, ai minimi nell’ultimo anno). 
 
L’inflazione sia percepita dalle famiglie (nell’ultimo anno) che attesa (per i successivi 12 mesi) è calata sensibilmente (a -31 da -26 e a -30 da -20, rispettivamente). I dati aggiungono ulteriore evidenza ai primi segnali sull’impatto di Brexit, che sembra essere stato assai limitato sulla fiducia degli operatori economici dell’eurozona (secondo le nostre stime, l’effetto sulla crescita economica italiana nei prossimi 12 mesi potrebbe essere nella parte bassa della forchetta di stima che avevamo indicato all’indomani della consultazione referendaria ovvero -0,1%/-0,3%). Dal lato delle famiglie, il rimbalzo della fiducia è modesto e non sembra alterare la tendenza recente, che resta verso il basso; tuttavia i livelli del morale dei consumatori sono ampiamente superiori alla media storica e coerenti con una prosecuzione del trend di crescita dei consumi. 
 
Dal lato delle imprese, l’ulteriore aumento della fiducia delle imprese manifatturiere e soprattutto delle costruzioni è rassicurante visto che sia l’industria che le costruzioni dovrebbero aver frenato la crescita del PIL nel trimestre primaverile ma potrebbero, in base alle indagini, tornare a dare un contributo positivo in estate. In sintesi, i rischi sullo scenario di crescita (in Italia come altrove in Europa) restano verso il basso, ma i risultati delle indagini di luglio segnalano che non si può escludere un modesto rimbalzo dell’attività economica nel trimestre corrente (a 0,3% t/t?) dopo un probabile rallentamento (a 0,1-0,2% t/t) in primavera.