Bpm-Banco: via libera a fusione, nasce terza banca italiana

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(AGGIORNA E SOSTITUISCE SERVIZIO IN RETE ALLE 21.14) (di Marcella Merlo) (ANSA) – MILANO, 23 MAR – Il matrimonio tra Bpm e Banco Popolare si fa. Ricevuta la benedizione della Bce, i consigli dei due istituti, in riunioni-fiume in parallelo a Milano e Verona, mentre i titoli sono stati sospesi in Borsa, hanno dato il via libera alla fusione, dalla quale nascerà, entro fine anno, la terza banca italiana, dietro Unicredit e Intesa, con una capitalizzazione di 5,5 miliardi di euro, 2.500 sportelli e 4 milioni di clienti. L’accordo ufficializzato in tarda serata sarà presentato domani mattina in conference call agli analisti. I titoli intanto verranno riammessi agli scambi e sarà Piazza Affari ad esprimere il suo giudizio sull’aggregazione. ”Le riforme funzionano, le popolari cambiano: più grandi, più forti, più trasparenti”, ha intanto commentato su Twitter il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan mentre l’a.d del Banco, Pier Francesco Saviotti, si è detto ”particolarmente felice.
    Dall’intesa tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano – ha osservato con l’ANSA – nasce una grande banca”.
    A sbloccare l’impasse e a consentire il varo della fusione è stata la disponibilità del Banco a rafforzare il patrimonio. Lo farà con un aumento di capitale da 1 miliardo, già garantito da Mediobanca e Bofa-Merrill Lynch, che hanno affiancato Verona in questi mesi come advisor (Lazard e Citi hanno assistito invece la Milano). La manovra, da realizzare per fine ottobre, prima del via libera alle nozze dalle assemblee, che si terranno entro il primo novembre, ha soddisfatto la Bce, fin qui rigida nei paletti posti al progetto. Dalla vigilanza europea è arrivato un “via libera informale”. Per un via libera formale all’operazione bisognerà invece aspettare che le due banche presentino un business plan. Quanto al protocollo d’intesa per la fusione sottoscritto oggi, prevede la nascita di una capogruppo (una Spa con un sistema di governance tradizionale) controllata al 54% dagli azionisti del Banco e per 46% dai soci di Bpm. Avrà due teste (headquarters) uno a Verona e uno a Milano: sede legale nel capoluogo lombardo e amministrativa nella città veneta. E’ previsto poi che Bpm conferisca a una banca-rete gli sportelli nelle province di Milano, Monza e Brianza, Como, Lecco e Varese.
    Tale controllata avrà sede legale e amministrativa a Milano e dopo tre anni verrà incorporata nella nuova capogruppo.
    Rispettate poi le attese della vigilia sulla ripartizione delle poltrone: per il primo triennio il Cda del nuovo gruppo bancario sarà composto da 19 amministratori (poi scenderanno a 15), avrà come a.d Giuseppe Castagna e come presidente Carlo Fratta Pasini mentre Saviotti sarà presidente del comitato esecutivo. (ANSA).
   

(AGGIORNA E SOSTITUISCE SERVIZIO IN RETE ALLE 21.14) (di Marcella Merlo) (ANSA) – MILANO, 23 MAR – Il matrimonio tra Bpm e Banco Popolare si fa. Ricevuta la benedizione della Bce, i consigli dei due istituti, in riunioni-fiume in parallelo a Milano e Verona, mentre i titoli sono stati sospesi in Borsa, hanno dato il via libera alla fusione, dalla quale nascerà, entro fine anno, la terza banca italiana, dietro Unicredit e Intesa, con una capitalizzazione di 5,5 miliardi di euro, 2.500 sportelli e 4 milioni di clienti. L’accordo ufficializzato in tarda serata sarà presentato domani mattina in conference call agli analisti. I titoli intanto verranno riammessi agli scambi e sarà Piazza Affari ad esprimere il suo giudizio sull’aggregazione. ”Le riforme funzionano, le popolari cambiano: più grandi, più forti, più trasparenti”, ha intanto commentato su Twitter il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan mentre l’a.d del Banco, Pier Francesco Saviotti, si è detto ”particolarmente felice.
    Dall’intesa tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano – ha osservato con l’ANSA – nasce una grande banca”.
    A sbloccare l’impasse e a consentire il varo della fusione è stata la disponibilità del Banco a rafforzare il patrimonio. Lo farà con un aumento di capitale da 1 miliardo, già garantito da Mediobanca e Bofa-Merrill Lynch, che hanno affiancato Verona in questi mesi come advisor (Lazard e Citi hanno assistito invece la Milano). La manovra, da realizzare per fine ottobre, prima del via libera alle nozze dalle assemblee, che si terranno entro il primo novembre, ha soddisfatto la Bce, fin qui rigida nei paletti posti al progetto. Dalla vigilanza europea è arrivato un “via libera informale”. Per un via libera formale all’operazione bisognerà invece aspettare che le due banche presentino un business plan. Quanto al protocollo d’intesa per la fusione sottoscritto oggi, prevede la nascita di una capogruppo (una Spa con un sistema di governance tradizionale) controllata al 54% dagli azionisti del Banco e per 46% dai soci di Bpm. Avrà due teste (headquarters) uno a Verona e uno a Milano: sede legale nel capoluogo lombardo e amministrativa nella città veneta. E’ previsto poi che Bpm conferisca a una banca-rete gli sportelli nelle province di Milano, Monza e Brianza, Como, Lecco e Varese.
    Tale controllata avrà sede legale e amministrativa a Milano e dopo tre anni verrà incorporata nella nuova capogruppo.
    Rispettate poi le attese della vigilia sulla ripartizione delle poltrone: per il primo triennio il Cda del nuovo gruppo bancario sarà composto da 19 amministratori (poi scenderanno a 15), avrà come a.d Giuseppe Castagna e come presidente Carlo Fratta Pasini mentre Saviotti sarà presidente del comitato esecutivo. (ANSA).