Borse europee deboli, Tokyo paga il rafforzamento dello yen

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Il punto. Le principali Borse europee si muovono deboli: il Ftse Mib di Milano cede il 0.46%, il Dax30 di Francoforte registra +0,12%, il Cac40 di Parigi lo 0,32%, il Ftse100 di Londra lo 0,04% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,01%.

Piazza Affari

Bancari incerti: l’indice Ftse Italia Banche segna -0,2% contro il +0,2% dell’EURO STOXX Banks. Perdono terreno Banco BPM (-2,3%) e UniCredit (-0,3%).
Occhi sempre puntati sullo spread: ieri ha chiuso a 193 punti, stamane viaggia sotto i 190 punti con il rendimento del decennale al 2,18%.

Tra i bancari, in rialzo Mediobanca (+2,1%) che archivia un buon primo semestre: in base ai dati pubblicati poco fa, l’istituto di Piazzetta Cuccia ha chiuso la prima metà dell’esercizio 2016/2017 con utile netto pari a 418,2 milioni di euro, in crescita del 30,2% a/a e ben al di sopra dei 390 milioni del consensus. Oltretutto il dato ha visto un’accelerazione nel secondo trimestre, con profitti raddoppiati a 147,5 milioni dai 76,8 di un anno prima. Si segnalano anche il massimo storico per i ricavi a 1,072 miliardi di euro (+6% a/a) e ratio patrimoniali ben al di sopra del target minimo del 7% fissato dalla BCE con lo Srep 2016: il Cet1 transitional si attesta al 12,3%, il fully phased al 12,8%.

Debole Credem (-0,3%) che chiude l’esercizio 2016 con utile netto consolidato a 131,9 milioni di euro rispetto a 166,2 milioni di euro dello stesso periodo del 2015 (-20,6% a/a), quando era stata contabilizzata un’importante componente positiva non ricorrente legata al riposizionamento del portafoglio titoli governativi di proprietà. Il coefficiente di solidità CET1 Ratio si attesta a 13,15%, ampiamente superiore al livello minimo assegnato da BCE (6,75%).

Borse asiatiche

Alla riapertura in Asia le migliori performance arrivano dalle piazze cinesi, Taiwan compresa, e si riflettono nel guadagno superiore allo 0,40% dell’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che si muove sui massimi dal luglio 2015. 
Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 chiudono con progressi dello 0,53% e dello 0,38% rispettivamente.

Fa anche meglio lo Shenzhen Composite, apprezzatosi dello 0,66% al termine delle contrattazioni. Mentre Hong Kong continua a muoversi sui massimi degli ultimi 14 mesi: a circa un’ora dallo stop alle contrattazioni l’Hang Seng guadagna circa lo 0,30% (decisamente migliore l’andamento dell’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, in crescita di oltre l’1%).

In controtendenza è invece Tokyo che paga il rafforzamento dello yen in overnight. La valuta nipponica è comunque in recupero all’interno di un generalizzato ritorno sui beni-rifugio da parte degli investitori. Il Nikkei 225 di Tokyo chiude in perdita dello 0,53% (fa peggio l’indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,70%). 
A Sydney la seduta è complessivamente negativa per i titoli legati alle commodity ma l’S&P ASX 200 si apprezza dello 0,23% in chiusura.

Borsa UsaLa Borsa di New York ha chiuso la seduta senza grandi variazioni. Il Dow Jones, zavorrato dal settore finanziario ha perso lo 0,07%, mentre l’S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno guadagnato rispettivamente lo 0,07% e lo 0,15%.

Valute e materie prime

Tra le materie prime il rame è in moderato declino dopo il balzo dell’1,7% registrato mercoledì in vista dello sciopero dei lavoratori di Escondida (in Cile, la più grande miniera di rame al mondo, controllata da Bhp Billiton, responsabile del 5% della produzione globale del metallo rosso), ma Goldman Sachs resta rialzista prevedendo che quest’anno si registrerà il primo deficit nell’offerta dal 2011.
Il petrolio guadagna circa mezzo punto percentuale: sempre Goldman ha sottolineato che l’impennata delle scorte Usa non modifica il suo outlook, secondo cui il mercato andrà in deficit entro il primo semestre dell’anno a causa dei tagli alla produzione guidati dall’Opec.

Dopo la leggera risalita di ieri l‘euro torna ad indebolire e viene scambiato a 1,074 dollari.  Al momento quota 1,0694.
Oro in lievissima flessione dopo la crescita degli ultimi giorni. Il metallo con consegna immediata viene scambiato a 1.239 dollari l’oncia dopo avere il toccato il massimo da tre mesi a quota 1241.

I dati macro

Germania: diminuiscono le esportazioni a dicembre
In Germania il surplus della bilancia commerciale a dicembre si è attestato a 18,7 miliardi di euro. In termini destagionalizzati la bilancia commerciale ha registrato un surplus di 18,4 miliardi di euro a dicembre 2016, dai 22,7 mld precedenti. L’Ufficio Federale di Statistica (Destatis) ha inoltre riportato che le esportazioni sono diminuite del 3,3% rispetto a un anno fa mentre le importazioni sono rimaste invariate nello stesso periodo.

Olanda: inflazione ai massimi da fine 2013 (1,7% annuo)

Secondo quanto comunicato dal Central Bureau voor de Statistiek (Cbs, l’Ufficio centrale di statistica olandese), in gennaio l’inflazione è cresciuta nei Paesi Bassi dell’1,7% annuo in ulteriore accelerazione rispetto all’1,0% di dicembre (e allo 0,6% di novembre), nel sesto mese consecutivo di progresso. Si tratta del livello più elevato dalla fine del 2013. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo è invece cresciuto dell’1,6% annuo in gennaio dallo 0,7% di dicembre e contro l’1,5% del consensus.

Giappone: ordini di macchinari industriali +6,7% in dicembre

In dicembre gli ordinativi di macchinari industriali core (escludendo cioè quelli per la generazione elettrica e quelli navali) in Giappone sono tornati a crescere su base sequenziale rettificata stagionalmente, segnando un progresso del 6,7% dopo la flessione del 5,1% di novembre (e l’incremento del 4,1% in ottobre) e contro il 3,1% di crescita atteso dagli economisti. Su base annuale gli ordinativi sono parimenti cresciuti del 6,7% in rallentamento rispetto al 10,4% di novembre (in ottobre erano calati del 5,6%), ma meglio del 4,5% del consensus

Giappone: massa monetaria M2 cresce del 4,1% in gennaio

La Bank of Japan ha comunicato che la massa monetaria M2 è aumentata del 4,1% in gennaio su base annua, a 961.600 miliardi di yen, in accelerazione rispetto al 4,0% di dicembre (e al 3,9% di novembre) che era anche il tasso di crescita atteso dagli economisti. La massa monetaria M3 è invece aumentata del 3,5% in gennaio, in linea con le attese e dopo l’incremento del 3,4% di novembre e dicembre. Nell’intero 2016 la massa monetaria M2 era cresciuta del 3,5% contro il progresso del 2,9% di quella M3.

Brasile: inflazione cala oltre le attese in gennaio al 5,35%

Secondo quanto comunicato mercoledì dall’Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (Ibge, l’ente nazionale di statistica), l’inflazione è calata in Brasile al 5,35% annuo in gennaio dal 6,29% di dicembre (6,99% in novembre) e contro il 5,45% atteso dagli economisti. Su base mensile i prezzi al consumo sono cresciuti in Brasile lo scorso mese dello 0,38% dopo lo 0,30% di dicembre (0,18% in novembre) e contro lo 0,42% del consensus. L’Ibge ha notato che si tratta dell’incremento più modesto per il mese di gennaio dal 1994.

Svizzera: disoccupazione sale al 3,7% in gennaio

Secondo quanto comunicato dall’elvetica Segreteria di Stato dell’economia (Seco), in gennaio il tasso di disoccupazione in Svizzera è salito al 3,7% dal 3,5% di dicembre (3,3% in novembre). Su base rettificata stagionalmente il dato è invece rimasto stabile al 3,3% segnato già negli ultimi quattro mesi (3,4% in agosto), in linea con le attese degli economisti.

Il calendario di oggi
Giovedì 9 Febbraio 2017

00:50 GIA Ordinativi di macchinari dic;

07:00 GIA Ordinativi macchine utensili preliminari gen;

08:00 GER Bilancia commerciale dic;

14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;

16:00 USA Scorte all’ingrosso finali gen;

19:10 USA Intervento Evans (FOMC, Fed).