Borsa: Piazza Affari sale, bene Mps, Carige e Saipem

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Piazza Affari è tecnicamente in rialzo (Ftse Mib +0,15% a 18.284 punti), spinta da Mps (+5,58%), Carige (+6,96%) e Saipem (+3,68%), ma frenata da Eni (-1,62%), dopo il fallimento del vertice di Doha tra Paesi produttori di greggio, che ha ridotto il calo dopo il crollo dell’apertura. Acquisti anche su Cnh (+3,46%), Unipol (+3,18%) ed Anima Holding (+2,8%), insieme a Finmeccanica (+2,76%), e Ubi (+2,6%). Salgono Bpm (+1,54%) e Bper (+1,34%), più caute invece Unicredit (+0,48%), che stacca la cedola insieme a Mediolanum (+2,23%), Finecobank (+2,49%), Banco Popolare (+2,63%) e Prysmian (+0,4%). Poco mossa Intesa (+0,33%), in calo Stm (-1,36%), Telecom (-0,73%) e, tra i titoli minori, Seat Pagine Gialle (-3,85%), mentre sale Bialetti (+5,34%).

Petrolio: ancora in netto calo, per Wti -4% a 38,77 dollari  – Resta in netto calo il prezzo del petrolio dopo il mancato accordo sulla produzione ieri a Doha. Il greggio Wti sta perdendo quasi il 4% a 38,77 dollari, mentre il Brent è in flessione del 3,43% a 41,62 dollari.

Asia scivola con sisma e calo greggio  – Avvio di settimana difficile per le Borse di Asia e Pacifico dopo il sisma che colpisce il Giappone e l’Indonesia dallo scorso 14 aprile ed ha costretto molte aziende ad interrompere le attività produttive. Pesa anche l’ennesimo calo del greggio a seguito del mancato accordo di Doha sul congelamento della produzione, insieme alla rivalutazione dello yen, che penalizza i titoli dei grandi esportatori del Sol Levante. Tokyo ha ceduto il 3,4%, Taiwan lo 0,4%, Seul lo 0,28% e Sidney lo 0,4%. Deboli Hong Kong (-1,36%) e Shanghai (-1,33%) ancora in fase di contrattazioni, in controtendenza Mumbai (+0,5%) e Giakarta (+0,33%), ancora attive. 

La Borsa di Tokyo termina il primo giorno di contrattazioni dopo il sisma avvenuto nella prefettura di Kumamoto con un ribasso sostenuto del 3,40%: il Nikkei ha ceduto oltre 570 punti a quota 16.275.95. Il terremoto di magnitudo 7.3 verificatosi nel corso del fine settimana nella regione del Kyushu, ha aumentato l’instabilità sui mercati finanziari, con gli investitori che guardano all’interruzione della produzione annunciata dalle principali aziende nell’intera regione, da Toyota a Sony, da Bridgestone a Panasonic, e il conseguente impatto dei danni sull’intero comparto assicurativo. Il comunicato poco incisivo dei ministri delle Finanze del G20, dopo i 2 giorni di incontri a Washington, insieme al mancato accordo tra i paesi dell’Opec sul taglio della produzione sono serviti come catalizzatori per un nuovo e pronunciato apprezzamento dello divisa giapponese, considerata dagli investitori come valuta rifugio. Lo yen è tornato a scambiare a quota 108 sul dollaro e a 122 sull’euro, ai massimi dall’aprile 2013.

Piazza Affari è tecnicamente in rialzo (Ftse Mib +0,15% a 18.284 punti), spinta da Mps (+5,58%), Carige (+6,96%) e Saipem (+3,68%), ma frenata da Eni (-1,62%), dopo il fallimento del vertice di Doha tra Paesi produttori di greggio, che ha ridotto il calo dopo il crollo dell’apertura. Acquisti anche su Cnh (+3,46%), Unipol (+3,18%) ed Anima Holding (+2,8%), insieme a Finmeccanica (+2,76%), e Ubi (+2,6%). Salgono Bpm (+1,54%) e Bper (+1,34%), più caute invece Unicredit (+0,48%), che stacca la cedola insieme a Mediolanum (+2,23%), Finecobank (+2,49%), Banco Popolare (+2,63%) e Prysmian (+0,4%). Poco mossa Intesa (+0,33%), in calo Stm (-1,36%), Telecom (-0,73%) e, tra i titoli minori, Seat Pagine Gialle (-3,85%), mentre sale Bialetti (+5,34%).

Petrolio: ancora in netto calo, per Wti -4% a 38,77 dollari  – Resta in netto calo il prezzo del petrolio dopo il mancato accordo sulla produzione ieri a Doha. Il greggio Wti sta perdendo quasi il 4% a 38,77 dollari, mentre il Brent è in flessione del 3,43% a 41,62 dollari.

Asia scivola con sisma e calo greggio  – Avvio di settimana difficile per le Borse di Asia e Pacifico dopo il sisma che colpisce il Giappone e l’Indonesia dallo scorso 14 aprile ed ha costretto molte aziende ad interrompere le attività produttive. Pesa anche l’ennesimo calo del greggio a seguito del mancato accordo di Doha sul congelamento della produzione, insieme alla rivalutazione dello yen, che penalizza i titoli dei grandi esportatori del Sol Levante. Tokyo ha ceduto il 3,4%, Taiwan lo 0,4%, Seul lo 0,28% e Sidney lo 0,4%. Deboli Hong Kong (-1,36%) e Shanghai (-1,33%) ancora in fase di contrattazioni, in controtendenza Mumbai (+0,5%) e Giakarta (+0,33%), ancora attive. 

La Borsa di Tokyo termina il primo giorno di contrattazioni dopo il sisma avvenuto nella prefettura di Kumamoto con un ribasso sostenuto del 3,40%: il Nikkei ha ceduto oltre 570 punti a quota 16.275.95. Il terremoto di magnitudo 7.3 verificatosi nel corso del fine settimana nella regione del Kyushu, ha aumentato l’instabilità sui mercati finanziari, con gli investitori che guardano all’interruzione della produzione annunciata dalle principali aziende nell’intera regione, da Toyota a Sony, da Bridgestone a Panasonic, e il conseguente impatto dei danni sull’intero comparto assicurativo. Il comunicato poco incisivo dei ministri delle Finanze del G20, dopo i 2 giorni di incontri a Washington, insieme al mancato accordo tra i paesi dell’Opec sul taglio della produzione sono serviti come catalizzatori per un nuovo e pronunciato apprezzamento dello divisa giapponese, considerata dagli investitori come valuta rifugio. Lo yen è tornato a scambiare a quota 108 sul dollaro e a 122 sull’euro, ai massimi dall’aprile 2013.