Borsa, banche a picco dopo la tassa sugli extraprofitti. Equita: Prelievo fiscale fino a 4,5 miliardi

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Banche italiane in profondo rosso dopo la notizia che nel Dl approvato ieri sera dal governo è stata inserita, a sorpresa, una norma per tassare al 40% i margini di interesse maturati dalle banche. I titoli del comparto sono tutti in deciso calo zavorrando il Ftse Mib che perde l’1,8%, dopo aver toccato anche oltre il -2%. Banca Mps perde il 9,13%, Bper l’8,9%, Intesa Sanpaolo l’8,11%, Banco Bpm il 7,27%, Unicredit il 6,3% e Mediobanca il 3,4%, quando Fineco è in calo del 6,5%, Banca Mediolanum del 4,7% e Banca Generali del 2,5%.

Nel mirino del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è finito il margine di interesse. L’imposta sarà del 40% su due basi imponibili alternative, prendendo in considerazione la maggiore. La prima è l’ammontare del margine di interesse relativo all’esercizio 2022 che eccede per almeno il 3% il medesimo margine nell’esercizio 2021. La seconda l’ammontare dello stesso margine di interesse relativo al 2023 che eccede per almeno il 6% lo stesso margine nell’esercizio 2021. Il confronto potrà essere tra il 2023 e il 2021 o tra il 2022 e il 2021. In nessun modo, comunque, l’imposta straordinaria potrà superare il 25% del patrimonio netto alla data di chiusura dell’esercizio 2022. Nella generalità dei casi il contributo andrà versato entro il 30 giugno 2024, ovvero entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio 2023. L’imposta infine non sarà deducibile dalle imposte sui redditi e dall’Irap. Fonti di governo parlano di un incasso superiore a 2 miliardi di euro. «È una norma di equità sociale. Non stiamo parlando di qualche manciata di milioni ma si possono ipotizzare alcuni miliardi», ha detto il vicepremier Matteo Salvini in conferenza stampa. La tassa straordinaria è stata pensata per sostenere le famiglie in difficoltà con il mutuo prima casa e per alimentare il fondo taglia tasse in vista della riduzione dell’Irpef e delle imposte sulle imprese.

“Alla luce della forte evoluzione del margine di interesse nel corso del 2023, riteniamo ragionevole che la base imponibile della nuova imposta sia quella che utilizza come riferimento l’NII 2023”, scrivono gli analisti di Equita che, “impresulla base delle nostre stime e guardando esclusivamente il mondo quotato, il prelievo fiscale complessivo a favore del governo sfiorerebbe i 4,5 miliardi di euro, circa il 3% della market cap complessiva del settore bancario». Inoltre, per Equita, «alla luce della modalità di definizione del prelievo, sarà da valutare se le banche decideranno di avviare politiche commerciali finalizzate ad allargare la clientela (col fine di ampliare il possibile bacino commissionale), aumentando il pass-through sulla raccolta e sacrificando quindi parte del beneficio a NII dato dal rialzo dei tassi» e «gli eventuali effetti sulla profittabilità del settore post 2023, soprattutto se si dovesse manifestare un beta strutturalmente più elevato», concludendo che «la notizia è chiaramente negativa per il settore, oltre che per l’impatto one-off anche per l’aumento del rischio regolatorio sullo stesso (con impatto sul Ke)”. Gli analisti di Intermonte indicano che «secondo le nostre stime preliminari, l’impatto sull’Eps 2023 – se l’attuale bozza dovesse essere confermata – è significativo», aggiungendo di «aspettarsi modifiche all’attuale bozza che appare eccessivamente penalizzante ed eccessivo». Ad ogni modo, stimano che la norma possa avere «possibili impatti sulla distribuzione del capitale» da parte degli istituti di credito.