Bollette, la Gazzetta Amministrativa: Energia elettrica, Campania sprecona. Nel 2020 spesi 83 mln, in Emilia 2,3

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83 milioni 952 mila euro. Questa la cifra spesa nel 2020 dalla Regione Campania in energia elettrica per il mantenimento delle sue strutture. Una somma “monstre” secondo la Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, che nell’ambito del progetto “Pitagora” ha realizzato per l’Adnkronos un rating degli Enti pubblici in rapporto a tre voci di costo (acqua, gas e, appunto, elettricità) assegnando le ‘pagelle’ alle Regioni, dalle più alle meno virtuose. Per quanto riguarda i costi dell’energia elettrica, la Regione amministrata da Vincenzo De Luca occupa l’ultimo posto della classifica stilata dalla Fondazione Gari con un rating ‘C’, il più basso: si tratta di un incremento notevole rispetto al 2019, anno in cui la Campania ha speso oltre 36 milioni di euro di energia elettrica, a fronte dei 42 milioni 403 mila euro spesi nel 2018 e dei 60 milioni 685 mila euro sborsati nel 2017. Nel caso delle diverse voci che compongono la spesa per l’energia elettrica emerge, ad esempio, che sulla medesima incide il costo che alcune Regioni sostengono in favore dei Consorzi di Bonifica per il funzionamento delle opere pubbliche a difesa dal rischio idrogeologico. La Fondazione Gari promuove con una tripla ‘A’ le seguenti Regioni: Emilia Romagna (2 milioni 362 mila euro spesi in bollette per l’energia elettrica); Liguria (769 mila euro); Lombardia (5 milioni 731 mila euro); Molise (109 mila euro); Piemonte (1 milione 520 mila euro); Toscana (1 milione 301 mila euro); Veneto (1 milione 250 mila euro). Meno brillanti ma pur sempre virtuose le performance delle Regioni con doppia ‘A’, ovvero Lazio (3 milioni 746 mila euro), Puglia (2 milioni 484 mila euro) e Sicilia (3 milioni 235 mila euro). Ad Abruzzo (1 milione e 99 mila euro), Marche (1 milione 335 mila euro) e Umbria (824 mila euro), invece, la Fondazione Gazzetta Amministrativa ha assegnato una sola ‘A’. Più in basso nella classifica troviamo la Regione Calabria (‘BBB’) e la Basilicata (‘BB’): la prima ha speso in elettricità 2 milioni 117 mila euro, la seconda 776 mila euro.
Come si è arrivati a questa classificazione? Il Centro Ricerche della Fondazione analizza tutti i dati finanziari ufficiali dell’Ente pubblico in questione e attraverso algoritmi di ricerca scientifica individua potenziali sprechi, ovvero spese critiche nei conti pubblici. Le spese dell’Ente – in questo caso le Regioni – in relazione alle singole voci vengono confrontate con il benchmark di riferimento e, a seconda dei livelli di scostamento di spesa individuati, si parla di “performance positiva” (quando la spesa è inferiore o uguale alla media), “scostamento lieve” (quando la spesa è compresa tra la spesa media e il 30% in più), “scostamento considerevole” (quando la spesa è compresa tra lo scostamento lieve e il 100% in più), “spesa fuori controllo” (quando la spesa supera di oltre il 100% la spesa media). Il rating – che si basa esclusivamente su dati contabili oggettivi scevri da qualsiasi valutazione discrezionale – assegna alla migliore performance la tripla ‘A’, mentre alla peggiore viene attribuita la lettera ‘C’. Nella classifica stilata dalla Fondazione Gari figurano senza ‘voto’ alcune Regioni a statuto speciale, dal momento che queste presentano voci di spesa autonome, diverse da quelle delle Regioni a statuto ordinario, e quindi non comparabili. Si tratta di: Friuli Venezia Giulia, che nel 2020 ha speso 1 milione 915 mila euro in bollette per l’energia elettrica; Sardegna, con 4 milioni e 58 mila euro di spesa; Trentino Alto Adige, 507 mila euro; Valle d’Aosta, 2 milioni 61 mila euro. Le tabelle complete della ricerca sono pubblicate sul sito www.adnkronos.com.