Bloomberg: in vista politiche monetarie meno accomodanti

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Il punto della mattinata. Il Ftse Italia All-Share segna +0.46%, Ftse All-Share Capped +0.46%, Ftse Mib +0.57%, Ftse Italia Mid Cap -0.35%, Ftse Italia Small Cap +0.48%, Ftse Italia Star -0.21%, Ftse Aim Italia +0.47%.

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,8%, il Cac40 di Parigi lo 0,7%, il Ftse100 di Londra lo 0,1% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,5%.

Euro in forte recupero contro dollaro dal minimo dal 21/9 a 1,1138 toccato ieri pomeriggio: pesano i rumors sul “tapering” del QE della BCE. Bloomberg, infatti, citando fondi interne alla Banca centrale europea (Bce), sostiene che l’istituto di Francoforte verosimilmente abbandonerà sia pure gradualmente il suo riacquisto di titoli per 80 miliardi di euro al mese prima di chiudere il programma di quantitative easing.

EUR/USD al momento viene scambiato a 1,1220 circa. Obbligazionario eurozona in rosso, BTP ancora sotto pressione. Il rendimento del Bund decennale sale di 4 bp a -0,05%, quello del BTP sale di 6 bp all’1,37% (+4 bp per il Bono a 0,97%). Lo spread sale di 2 bp a 142.

I bancari balzano in avanti dopo un avvio incerto: indice FTSE Italia Banche +2,4%, EURO STOXX Banks +0,5%.
Le chiusure della seduta precedente.  A Tokyo il Nikkei 225 ha chiuso con un progresso dello 0,50% (appena peggio fa l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,71%).

A Wall Street: S&P 500 -0,50%, Nasdaq Composite -0,21%, Dow Jones Industrial -0,47%.

Il presidente della Fed di Richmond, Jeffrey Lacker, ha detto che i tassi di interesse dovrebbero salire al più presto all’1,5% per scongiurare pressioni inflazionistiche. Secondo Lacker infatti il range attuale dello 0,25%-0,50% è ingiustificatamente basso considerate le aspettative di crescita per la seconda metà del 2016.
Charles Evans, presidente della Federal Reserve di Chicago, ha dichiarato che sarebbe d’accordo con un aumento del costo del denaro entro la fine dell’anno se i dati macroeconomici continuassero a fornire indicazioni positive, anche se ulteriori mosse necessiterebbero di un’accelerata dell’inflazione.
Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil Usa nel 2016 a +1,6% da +2,2%.

Oggi gli operatori monitoreranno i PMI servizi e composito in Spagna, Eurozona, Francia, Germania, Regno Unito, Brasile e Stati Uniti; il dato ADP sulla variazione nell’occupazione, le domande di mutui MBA, la bilancia commerciale, gli ordinativi alle aziende, gli ordini di beni durevoli e le scorte di greggio negli USA.

Borse asiatiche

Seduta contrastata.  A farne le spese sono soprattutto i listini dei mercati emergenti sulle attese di politiche monetarie meno accomodanti sia negli Usa che nel Vecchio Continente. Ieri, infatti, citando fondi interne alla Banca centrale europea (Bce), Bloomberg scriveva che verosimilmente l’istituto abbandonerà gradualmente il suo riacquisto di titoli per 80 miliardi di euro al mese prima di chiudere il programma di quantitative easing.

Il risultato è un declino intorno allo 0,30% per l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso (prima flessione questa settimana). 
Tokyo, invece, beneficia ancora dei corsi valutari favorevoli. Il Bloomberg Dollar Spot Index, che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre principali valute, è in modesto declino, dopo avere guadagno lo 0,60% martedì, e lo yen recupera leggermente dopo comunque il deprezzamento dell’1,2% della seduta precedente. La debolezza dello yen permette quindi ancora ai titoli dei grande esportatori del Sol Levante di sostenere il Nikkei 225 che chiude con un progresso dello 0,50% (appena peggio fa l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,71%).

Shanghai e Shenzhen rimangono ancora chiuse (e lo saranno per l’intera settimana) per la celebrazione della festa nazionale che ricorda la fondazione della Repubblica popolare cinese il 1° ottobre 1949, mentre Hong Kong si allinea a Tokyo con l’Hang Seng in progresso di circa mezzo punto percentuale. 
Decisamente migliore la performance dell’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, che sfiora un guadagno dell’1% grazie soprattutto ai titoli petroliferi. Il greggio ha guadagnato l’1,3% in overnight a New York e ha continuato ad apprezzarsi sui mercati asiatici soprattutto grazie a stime di un declino delle scorte in Usa la scorsa settimana.

L’oro si apprezza di circa mezzo punto percentuale dopo essere crollato di oltre il 3% martedì, scivolando per la prima volta da giugno sotto quota 1.300 dollari l’oncia. E a Sydney un generalizzato declino per i titoli legati alle materie prime spinge l’S&P ASX 200 a una perdita dello 0,57% in chiusura. Negativa la seduta anche per Seoul, ma il Kospi limita allo 0,12% il suo declino al termine delle contrattazioni.

Borsa Usa

La Borsa di New York ieri ha chiuso la seduta in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,47%, l’S&P 500 lo 0,50% e il Nasdaq Composite lo 0,21%. 

I dati macro attesi oggi
Mercoledì 5 Ottobre 2016

CINA Mercati chiusi per festività (Shanghai);

09:15 SPA Indice Markit PMI servizi set;

09:45 ITA Indice Markit PMI servizi set;

09:50 FRA Indice Markit PMI servizi finale set;

09:55 GER Indice Markit PMI servizi finale set;

10:00 EUR Indice Markit PMI composito finale set;

10:00 EUR Indice Markit PMI servizi finale set;

10:30 GB Indice Markit PMI servizi set;

11:00 EUR Vendite al dettaglio ago;

14:15 USA Nuovi occupati (ADP) set;

14:30 USA Bilancia commerciale ago;

15:45 USA Indice Markit PMI servizi finale set;

16:00 USA Ordini all’industria ago;

16:00 USA Ordini beni durevoli finale ago;

16:00 USA Indice ISM non manifatturiero set;

16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati.