Si chiama Bitcoin ed è una moneta virtuale che sembrerebbe offrire una risposta alla forte crisi economica del nostro Paese che si traduce soprattutto in crisi di liquidità. Sarà per questo Si chiama Bitcoin ed è una moneta virtuale che sembrerebbe offrire una risposta alla forte crisi economica del nostro Paese che si traduce soprattutto in crisi di liquidità. Sarà per questo che un progetto che fino a qualche tempo fa poteva apparire solo come una moda bizzarra ristretta al cyberspazio ha cominciato a prendere piede anche in Italia dove aumenta il numero degli esercizi commerciali e degli studi professionali pronti ad accettare pagamenti alternativi. La regione che ha risposto in maniera più forte alle sirene degli scambi virtuali è il Veneto con 31 negozi, seguito dalla Lombardia (31 esercizi) e dal Lazio ( a quota 16). Ma il fenomeno inizia ad attecchire anche nel Sud Italia: 10 le adesioni in Sicilia tra Siracusa e Palermo, tre in Calabria e sei in Campania. Chi ha aderito In Campania si tratta, per lo più, di piccole realtà territoriali. A Napoli accetta pagamenti in Bitcoin il Bed&Breakfast Del Corso a Corso Garibaldi, a Capri un’azienda impegnata nel commercio on line “Shoppingcapri.com”, il primo sito commerciale sul web di prodotti di artigianato caprese. In provincia di Caserta, a Carinaro, la sperimentazione è partita in una realtà innovativa, la “Novezeri Adv”, che si definisce una rete di nativi digitali specializzati in comunicazione creativa e in advertising trading per le aziende. Due le adesioni ad Avellino: una professionista, la psicologa e psicoterapeuta comportamentale Simona Guglielmucci e una piccolissima azienda “L’Imbianchino – Painter” che si occupa di tinteggiatura ambienti, progettazione d’interni, lavori in muratura e che, nella scheda di presentazione precisa: “Si accettano pagamenti in Bitcoin con cambio fisso all’ultimo picco stabilito dalla divisa”. A Salerno, in Via Belvedere, c’è Hop Frog, libera associazione nata nel 2000 come soggetto unificante e continuatore di varie esperienze e percorsi culturali (Radio Nova Salerno, Endas, Dinamicit(t)à , E.A. The Voice, Ass. V. Ferraiolo) che, sin dagli inizi degli anni ’80, hanno animato la città di Vincenzo De Luca. Attualmente l’associazione è formata da 45 soci e, oltre che nella promozione culturale, opera nel sociale, nella tutela dell’ambiente e della salute in collaborazione con analoghe strutture nazionali. Promuove, sostiene e diffonde l’uso del software libero e di Gnu/Linux come strumento di libertà e partecipazione. Di che cosa si tratta La moneta virtuale è stata creata nel 2009 da un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, implementando un’idea dello stesso autore presentata su Internet a fine 2008. Il nome Bitcoin si riferisce anche al software open source progettato per implementare il protocollo di comunicazione e la rete peer-to-peer che ne risulta. A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, Bitcoin non fa uso di un ente centrale: esso utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni, e sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti funzionali come la generazione di nuova moneta e l’attribuzione di proprietà dei bitcoin. La rete Bitcoin consente il possesso e il trasferimento anonimo delle monete; i dati necessari ad utilizzare i propri bitcoin possono essere salvati su uno o più personal computer sotto forma di “portafogli” digitali, o mantenuti presso terze parti che svolgono funzioni simili ad una banca. In ogni caso, i bitcoin possono essere trasferiti attraverso Internet verso chiunque disponga di un “indirizzo bitcoin”. La struttura peer-to-peer della rete Bitcoin e la mancanza di un ente centrale rende impossibile per qualunque autorità, governativa o meno, di bloccare la rete, sequestrare bitcoin ai legittimi possessori o di svalutarla creando nuova moneta.