Bitcoin dall’halving al futuro: il sistema monetario che rompe con il passato

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Lo scorso 11 maggio, nel sistema di pagamento elettronico Bitcoin, è scattato un meccanismo preprogrammato noto come “halving”, cioè dimezzamento della remunerazione che i “responsabili” del buon funzionamento e della sicurezza del sistema ricevono per compiere tali compiti. Questo dimezzamento è stato il terzo nella breve storia del sistema Bitcoin, con il prossimo previsto tra circa quattro anni (maggio 2024).

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L’halving nel dettaglio

L’halving è un ingranaggio di un più ampio modello economico che prevede la coniazione massima di 21 milioni di monete digitali (bitcoin) e la conseguente, almeno teorica, riduzione dell’inflazione all’interno del sistema economico così configurato a priori. Nei fatti, è un sistema chiuso, dotato di politica monetaria gestita da un software e non dal governatore di una banca centrale, dove non esiste la possibilità di creare eccesso di liquidità con un programma di acquisto titoli (vedasi PEPP e predecessori) e dove non si contempla il concetto di tasso d’interesse per valutare o svalutare il denaro. Com’è facile comprendere, il sistema monetario Bitcoin non si allinea al paradigma economico e finanziario che conosciamo, ma tenta una via tutta sua che rompe con quanto fino a oggi è noto, tanto che risulta ancora difficile affermare con certezza se sia un sistema di pagamento, una moneta, una commodity o qualcos’altro. Tuttavia la moneta digitale e l’insieme delle criptovalute nate dopo di essa hanno creato un mercato parallelo di scambio, dove sono attivi trader professionisti, investitori al dettaglio e istituzionali (esempio: Fondo Tudor).

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Investire in bitcoin dopo l’halving: dal passato al futuro

Nelle settimane che hanno preceduto il dimezzamento, gli acquisti della criptovaluta da parte degli investitori hanno favorito l’apprezzamento dell’asset digitale, poi corretto verso il basso con l’avvicinarsi dell’evento. Nonostante la correzione del prezzo, il bitcoin non è crollato conducendo gli investitori all’analisi di nuove prospettive d’investimento dopo l’halving per comprendere meglio cosa si prospetta all’orizzonte nel comparto delle criptovalute. Qui può essere utile analizzare il passato del valore di bitcoin per proiettarsi verso il futuro, anche se i dati storici non sono mai premonitori nei confronti del futuro. Secondo il grafico fornito dal sito web bitcoinblockhalf.com, dopo ogni halving il prezzo del bitcoin è salito esponenzialmente. In effetti, il primo dimezzamento della remunerazione del 2012 ha avuto come conseguenza un incremento del valore a circa 1.000 USD nel dicembre 2013, mentre l’halving del mese di giugno 2016 ha condotto la criptovaluta allo sbalorditivo record di 20.000 USD circa nel dicembre del 2017. Lo scenario così delineato ci mostra una sorta di “costante” che scatta dopo ogni halving, se così fosse e lo schema dovesse essere confermato, dovremmo attenderci nel mese di dicembre del 2021 un nuovo picco storico del prezzo del bitcoin.

Concludendo

Wang Chun, uno dei fondatori di F2Pool e di una delle società che fungono da “responsabili” del buon funzionamento del sistema Bitcoin, a seguito dell’halving, ha commentato durante l’evento “Consensus 2020: Distributed” affermando che la storia si è ripetuta e alludendo in particolare ai meccanismi di salvataggio messi in pratica in queste settimane dalle banche centrali (bailout) per salvare il sistema finanziario tradizionale. Si tratta dunque proprio di quei meccanismi che l’inventore del protocollo Bitcoin ha inteso rompere presentando al mondo un nuovo sistema economico e monetario, del tutto digitale e scollegato dalla gestione monetaria centralizzata.