“Bioristor”, un sensore sul pomodoro avverte quando la pianta ha “sete”

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Ridurre il consumo idrico del 45%, migliorando la qualità delle produzioni agricole. Al via la prima sperimentazione di Bioristor sulle piante di pomodoro, l’innovativo sensore applicato direttamente sul fusto in grado di monitorarne in tempo reale la salute, analizzandone i processi fisiologici e comunicando direttamente con gli agricoltori, grazie all’energia fotovoltaica e al sistema di connessione. E’ il progetto avviato da Mutti, azienda leader in Europa nel mercato dei derivati di pomodoro e l‘Istituto dei Materiali per l’Elettronica e il Magnetismo del Cnr.

Il Bioristor era stato già utilizzato per monitorare kiwi, vite e melo, mentre questa prima sperimentazione congiunta, condotta presso l’Azienda Stuard di Parma, ha dimostrato l’efficacia del sensore nel migliorare l’efficienza nell’uso dell’acqua in condizioni di siccità estrema. Grazie a un protocollo irriguo basato sull’intelligenza artificiale, è stato possibile ottenere un risparmio idrico del 45% rispetto alle metodologie convenzionali. A fronte di un leggero calo di resa di campo lorda, si è registrato un notevole aumento del Brix, parte solubile del pomodoro e indicatore della sua qualità e della conformità dei prodotti. “La sperimentazione evidenzia il potenziale della tecnologia per migliorare l’efficienza delle risorse agricole, come l’acqua, e aumentare la sostenibilità del settore – spiega Michela Janni, ricercatrice di Imem-Cnr – il Bioristor, insieme all’algoritmo di intelligenza artificiale, rappresenta un passo avanti nell’agricoltura di precisione, consentendo di massimizzare l’efficienza nell’irrigazione e ottenere produzioni di alta qualità anche in condizioni avverse”. Già dalla prossima campagna, l’obiettivo sarà perfezionare gli strumenti e l’algoritmo, per garantire una gestione ottimale delle risorse idriche nei campi per poi ampliarne l’utilizzo su larga scala, contribuendo così a promuovere una maggiore sostenibilità ambientale ed economica nel settore.