Biennale, gli artisti di Swatch tra sguardi globali e personali

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A Venezia la residenza di Shanghai e il giapponese Verdy

Venezia, 28 apr. (askanews) – Sei nomi per raccontare un modo di pensare l’arte e viverla dall’interno. Alla Biennale di Venezia tornano gli artisti dello Swatch Art Peace Hotel di Shanghai, la residenza guidata dal CEO Carlo Giordanetti. Attraverso il lavoro di Maya Gelfman, Juan Pablo Chipe, Leo Chiachio & Daniel Giannone, Luo Bi e Jiannan Wu, nello spazio in Arsenale si stabilisce un legame tematico forte con la mostra internazionale che quest’anno guarda soprattutto al Sud del mondo. “Abbiamo degli artisti che raccontano la multiculturalità – ha detto Giornaletti ad askanews – attraverso uno sguardo molto interessante sulla loro storia personale. Che si vada in Argentina, che si vada in Messico, che si vada in Cina, c’è veramente questo sguardo globale, ma sulla loro vita”.Le pratiche degli artisti sono diverse, ma tutte in un certo senso riflettono l’attenzione che Swatch – main partner della Biennale Arte – vuole rivolgere al mondo della creatività. Anche attraverso l’istallazione ai Giardini che per il 2024 è stata affidata all’artista giapponese Verdy, che ha presentato una sorta di mascotte della Biennale, con una scultura di bronzo del suo personaggio Vick. “È uno che provoca – ha aggiunto Giornaletti – è un incrocio tra un panda e un coniglio, quindi anche lui ha quel concetto di ‘strano’, che il curatore ci ha spiegato sta dietro la definizione di Stranieri ovunque. Quindi è interessante perché in qualche modo quello che presentiamo quest’anno è tutto un po’ strano, e questa cosa ci piace molto”.Al di là delle singole opere, poi, resta la relazione stretta tra la Biennale e la visione culturale dell’azienda svizzera. “Il tema della Biennale di quest’anno, Stranieri ovunque – ha concluso Giordanetti – in qualche modo rappresenta una parte dello spirito di Swatch, che ha a che fare con l’essere molto aperti, molto inclusivi e anche con il prendere e di guardare le cose con uno spettro molto largo. Quindi essere qui oggi forse ha un significato anche più importante di altre volte”.La mostra Faces 2024 resta allestita per tutta la Biennale Arte e, tra tanti nuovi nomi portati sulla scena veneziana dal curatore Adriano Pedrosa, e propone altri su cui provare a costruire il futuro.