Beyoncè e Louvre, il vincitore è il direttore Martinez

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Esterofilia senza ragione mai, riconoscere il merito sempre. A prescindere dai colori delle bandiere, e da quell’educazione che aveva abolito le parole patria e patriottismo insegnandoci ad ammirare tutto purché non fosse italiano. Però. Beyoncè e il marito Jay-Z, con il loro video girato nel Louvre, hanno di certo avuto qualche peso sull’aumento di un milione e mezzo di visitatori avuto dal museo nel 2018. Nel 2017 8,5 milioni di biglietti staccati avevano confermato il Louvre nell’empireo dei musei più visitati al mondo. Nel 2018 i numeri sono stati sbalorditivi. La grande mostra dedicata a Delacroix è stata sicuramente un gran motivo d’attrazione. Ça va sans dire, direbbero i francesi. 150 milioni di visualizzazioni del controverso video su youtube non sono certo quisquilie in questo mondo social. Avranno dato un robusto apporto al numero di presenze al museo, scommettiamoci pure. Il fatto: La cantate insieme al marito, vestiti ed accessoriati secondo canoni d’eleganza e lusso davvero particolari, hanno girato il video del loro primo singolo firmato con il nome della famiglia “The Carters”. L’eccezionale set: gli interni del Louvre. I coniugi hanno posato e cantato davanti a La Gioconda, alla Venere di Milo, a La zattera della Medusa di Thévodore Géricault, per giunta con un gruppo di ballerini volteggianti all’intorno. Scandalo, scandalone. Apriti cielo. Le dita puntate e le espressioni di disgusto sono state tantissime in Italia, dove si accetta che i musei sino mantenuti anche dai soldi persi da tanta gente che si rovina la vita col vizio del gioco. Sic est. Siamo italiani. Il direttore del Louvre, italiano non è, ed è sicuramente consapevole che insultare un opera d’arte è ben altra cosa rispetto al suo uso quale sfondo alle canzoni di due cantanti dal look un po’ grossier da arricchito