Beni e servizi? Meglio noleggiarli. Aziende e fondi d’investimento preferiscono il modello “asset light”

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in foto Claudio Mombelli

Le aziende, insieme ai fondi d’investimento interessati a sostenerle, stanno sempre più orientandosi verso il modello di business “asset light”. Invece di acquistare beni e servizi, preferiscono esternalizzarli o noleggiarli, con un approccio che si estende dai servizi digitali alla logistica, dagli impianti industriali a quelli tecnologici. Questo consente di ridurre le spese in conto capitale, semplificare le operazioni, concentrarsi sulle competenze chiave e destinare risorse all’innovazione. È quanto emerge da uno studio condotto da Domorental, società fondata a Milano nel 2017, che si propone come facilitatore per la servitizzazione e la sostenibilità dei beni strumentali attraverso il noleggio operativo. Nel primo semestre del 2024, in Italia sono stati stipulati 53.259 contratti di noleggio operativo, per un valore complessivo di 771,187 milioni di euro.

Tra i tanti esempi di aziende che adottano il modello “asset light”, a livello internazionale si possono citare McDonald’s, che ha venduto i propri ristoranti per passare al modello in franchising (oggi circa il 93% dei suoi punti vendita nel mondo è in franchising, il 90% in Italia), Ibm, che ha spostato il focus dall’hardware al software e ai servizi, e Dhl, che ha esternalizzato le attività di trasporto e stoccaggio. In Italia, Brugola Oeb, multinazionale leader mondiale nella produzione di elementi di fissaggio per il settore automotive, ha optato per il noleggio di parte dei propri impianti, Enel ha modificato la sua strategia passando dall’acquisizione di infrastrutture fisiche alla gestione dei servizi energetici, concentrandosi sulle competenze digitali e sulla fornitura di servizi intelligenti, Telecom Italia ha adottato una politica di internazionalizzazione delle infrastrutture, concentrandosi sui servizi digitali e sull’innovazione.

Secondo uno studio condotto da Ernst & Young, le aziende “asset light” godono non solo di una maggiore agilità operativa e flessibilità, ma tendono anche a superare i concorrenti in termini di rendimenti per gli azionisti. Tra oltre 1.000 dirigenti intervistati, il 31% ha indicato la digitalizzazione e i cambiamenti tecnologici come le principali motivazioni per adottare una strategia “asset light”, mentre il 21% ha citato i requisiti di capitale per favorire la crescita. Un altro studio di Ey ha inoltre evidenziato come le aziende che esternalizzano le proprie attività di produzione prima di una vendita riescano a superare le aspettative di valutazione aziendale del 17%.

In Italia, l’Osservatorio Startup Thinking e la Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano riportano che, nel 2023, l’86% delle grandi aziende italiane ha avviato iniziative di open innovation, adottando tecnologie digitali avanzate come Intelligenza Artificiale, Machine Learning e Big Data Management, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dagli asset fisici.

Il mercato del noleggio operativo in Italia è in forte crescita: nel primo semestre del 2024 sono stati stipulati 53.259 contratti (+10% rispetto allo stesso periodo del 2023) per un valore di 771,187 milioni di euro (+13,4%). Nel corso del 2023, i contratti totali sono stati 92.793 (+0,8%) per un valore di 1.284,090 milioni di euro (-9,8%). Sempre nel 2023, il 53% delle operazioni ha riguardato importi superiori a 50.000 euro. La categoria dei macchinari per l’elaborazione dati ha rappresentato il 55,8% del totale stipulato in termini di valore. Il leasing operativo di strutture aziendali e apparecchiature elettromedicali ha registrato una crescita del 30% rispetto al 2022, secondo i dati Assilea.

“I fondi d’investimento – spiega Claudio Mombelli, CEO di Domorental – sia che si tratti di iniziative di equity o di M&A, guardano con favore alle aziende che minimizzano la proprietà degli asset fisici, esternalizzandoli o noleggiandoli tramite il noleggio operativo. Questo approccio permette una maggiore flessibilità, agilità e scalabilità, adattando rapidamente le operazioni alle esigenze di mercato. Inoltre, riduce i costi legati a manutenzione, stoccaggio e ammortamento, oltre ai rischi di obsolescenza tecnologica, cambiamenti normativi o fluttuazioni di mercato. Le risorse liberate – motivo per cui il noleggio operativo può essere considerato una forma alternativa di accesso al credito – consentono alle aziende di investire nelle loro competenze chiave, in innovazione, nuove tecnologie, AI e talenti professionali. Abbiamo anche strutturato solide partnership, come quella con Upgreene, che ci permette di offrire la certificazione ‘Carbon Cancelling’. Questa certificazione copre l’intera filiera del prodotto o processo durante il periodo di noleggio, includendo l’ambito “scope 3” della Direttiva UE 95/2014, garantendo la neutralizzazione delle emissioni di Co2”.