Bce: debito-Pil eurozona al 60%? “45 anni di avanzo primario al 2%”

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Roma, 20 giu. (askanews) – Ridurre il rapporto tra debito pubblico complessivo dell’area euro e Pil, dai livelli attuali al 60 per cento – stabilito dal Patto di stabilità e di crescita, anche nella versione recentemente rivista – entro un orizzonte pure non vicino, il 2070, “richiederebbe in media un aumento immediato e permanente dei saldi primari dei paesi dell’area dell’euro del 2 per cento del Pil”. Mentre “in 16 paesi dell’area dell’euro sarebbero necessari degli aggiustamenti di bilancio anche solo per mantenere i livelli di debito attuali, con risparmi medi pari all’1,4 per cento del Pil”. Lo sostiene uno studio pubblicato dalla Bce nel suo ultimo bollettino economico.

L’analisi guarda ai principali fattori che incideranno sulle finanze pubbliche nei prossimi anni e decenni: demografia, aumento delle spese per la difesa, la digitalizzazione e per le politiche sui cambiamenti climatici.

Secondo l’analisi “i paesi con un livello di debito elevato dovrebbero attuare gli aggiustamenti più ingenti”. Queste sfide appaiono “già impegnative se considerate singolarmente”, ma “dovranno essere affrontate dai paesi tutte allo stesso momento. Di conseguenza, è necessario agire subito, soprattutto nei paesi fortemente indebitati, che devono far fronte ad alti tassi di interesse e ai rischi connessi. Le politiche economiche – dice lo studio – dovrebbero perseguire la graduale riduzione di livelli elevati di debito pubblico e creare le condizioni per il futuro, contribuendo così anche a garantire un contesto favorevole per la conduzione della politica monetaria”.