Snellimento delle macchina burocratica con tempi tassativi e certi per il completamento degli iter amministrativi, riqualificazione e rilancio dei sistemi infrastrutturali, lotta al sommerso, internazionalizzazione e Snellimento delle macchina burocratica con tempi tassativi e certi per il completamento degli iter amministrativi, riqualificazione e rilancio dei sistemi infrastrutturali, lotta al sommerso, internazionalizzazione e accesso al credito per le Pmi, una politica industriale che valorizzi start-up e imprenditoria giovanile e investimenti più coraggiosi sul turismo, “vero motore di sviluppo dell’economia regionale le cui potenzialità sono ancora tutte da sfruttare almeno per il 70 per cento“. Sono queste le priorità che il prossimo governatore della Regione Campania dovrebbe affrontare in prima battuta, secondo Carlo Barbagallo, ex presidente dei Giovani di Confindustria Campania e amministratore unico della Cofiba, società con sede a Caserta che opera nel settore della bonifica da ordigni esplosivi, restauro monumentale e scavi archeologici. “E’ solo lavorando seriamente su questi temi che si possono creare i presupposti ineludibili per essere competitivi sui mercati nazionali e soprattutto su quelli esteri, nonché le condizioni per un concreto sviluppo del territorio“, dice all’Adnkronos Barbagallo. Il turismo, innanzitutto. “Abbiamo cultura, storia, bellezze paesaggistiche, enogastronomia, beni architettonici – autentici moltiplicatori del Pil – dice Barbagallo – eppure ancora non riusciamo a trasformare il turismo nel volano della ripresa occupazionale della regione“. Quello che manca, secondo il numero uno di Cofiba, è “uno sforzo di sistema. Se in Campania e nel resto del Sud si attuassero le sinergie organizzative e produttive tra la ricchezza enogastronomica e il sistema turistico integrato (balneare/culturale) aumenterebbe, nel medio periodo, la capacità endogena di creare ricchezza in relazione all’aumento di presenze turistiche“. Il vero problema, dice Barbagallo, è che l’offerta turistica, specie quella delle aree interne, “non riesce ancora a catturare i filoni emergenti o più interessanti della domanda. Occorrerebbe un’offerta più diversificata, puntando sulla ricettività alternativa che richiede una politica di promozione più evoluta di quella attuale, che non si limiti soltanto al mero bacino locale di attrazione ma cerchi di accordarsi con i grandi tour operator per costruire percorsi e itinerari turistici integrati“. Della Giunta uscente l’ex presidente degli under 40 promuove le politiche occupazionali: “Sono stati fatti molti passi in avanti sul fronte delle politiche attive per il lavoro – dice – incentivando la formazione di qualità e l’incrocio tra scuola e mondo del lavoro, modernizzando i servizi, puntando sull’apprendistato per i giovani e sulla ricollocazione per gli over 50 rimasti fuori dal mercato occupazionale. Certo, i posti di lavoro non si creano per decreto e gli interventi sulle regole non producono automaticamente nuova occupazione“. Quello che, invece, è venuto a mancare? “Una politica industriale capace di supportare le imprese – conclude Banrbagallo -. Nella ridistribuzione delle risorse europee sarebbe stato opportuno spostare fondi oggi appostati su progetti che non decollano verso strumenti come il credito d’imposta per l’occupazione e per gli investimenti“.