Roma, 4 nov. (askanews) – L’inclusione finanziaria è un elemento chiave del benessere delle persone e non riguarda unicamente l’accesso a servizi e prodotti finanziari, ma anche il loro effettivo utilizzo e la qualità degli stessi. Lo ha il direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico signorini, presidente dell’Ivass, nel suo intervento alla conferenza internazionale sul benessere, organizzata a Roma dall’Ocse assieme al Mef, all’Istat, a Bankitalia e alla presidenza italiana del G7.
Signorini ha spiegato che le autorità, per valutare l’inclusione finanziaria delle persone, stanno rifocalizzando la loro attenzione su utilizzo e qualità dei servizi finanziari, ma che questo non deve spingersi al punto di sostituirsi ai consumatori nelle decisioni.
Nel mondo, ha osservato il Dg di Bankitalia, oltre quattro persone su cinque, il 76% del totale avevano un conto bancario o un conto online nel 2021. “Questo rappresenta un aumento rilevante rispetto al 2011, quando questa quota era al 51%”.
La correlazione tra inclusione finanziaria e benessere finanziario si evidenzia sia nell’economie avanzate, con mercati maturi e ben sviluppati, sia nei paesi in via di sviluppo. E a questo ha contribuito in maniera rilevante “la digitalizzazione della finanza – ha proseguito – promuovendo l’inclusione tramite tecnologie più efficienti e efficaci e tramite la concorrenza, che ha portato a migliori servizi e prodotti finanziari di migliore qualità a costi più bassi”.
Signorini ha tuttavia rilevato come i progressi siano stati diseguali tra regioni. E che in alcuni casi l’aumentato accesso a prodotti finanziari digitali non si è tradotto in un maggiore uso degli stessi. “Un particolare elemento di preoccupazione è l’esclusione di quelli che non possiedono capacità digitali adeguate per accedere e usare i servizi finanziari – ha spiegato -. I dati mostrano che gli anziani, quelli con minori livelli di istruzione e coloro che vivono in aree rurali accusano livelli di accesso limitati”.
L’inclusione finanziaria ha tre grandi ridimensioni: l’accesso ai servizi, il loro utilizzo e la loro qualità. Il terzo elemento risulta più complesso da comprendere e consiste nel creare le condizioni con cui i servizi finanziari possono operare al meglio per il benessere finanziario delle persone.
Il Dg di Bankitalia ha citato iniziative come la Global Partnership for Financial Inclusion, che ha spostato la sua focalizzazione dal semplice accesso ai servizi finanziari al miglioramento dell’uso degli stessi e della comprensione del modo in cui l’inclusione finanziaria può migliorare il benessere. Secondo Signorini il punto chiave è emancipare le persone senza sfociare nel “paternalismo”.
“Non deve esserci una presunzione che il regolatore, anche quello meglio intenzionato, sia nella posizione di assumere decisioni per conto del consumatore. Una educazione finanziaria ampia e comprensiva e un quadro robusto di tutele e regole – ha concluso – sono i migliori strumenti disponibili per consentire ai consumatori di fare le scelte migliori, con piena consapevolezza di opportunità e rischi”.