Banche, in un anno 24 miliardi in meno alle imprese

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Prestiti bancari a doppia velocità, negli ultimi 12 mesi, con un campanello d’allarme per l’intero settore creditizio. Da aprile 2022 ad aprile 2023, sono saliti di oltre 7 miliardi di euro (+1) i finanziamenti delle banche alle famiglie, mentre sono calati di oltre 24 miliardi (-3,6%) quelli destinati alle aziende. In totale: meno 17 miliardi ai privati tra il primo quadrimestre del 2022 e i primi quattro mesi dell’anno in corso, ma il calo è stato attenuato sia dalla crescita del credito al consumo (quello destinato all’acquisto di smartphone e automobili), aumentato del 4,7% con più 5 miliari, sia dalla corsa dei mutui immobiliari, aumentati del 2,3% con una impennata che sfiora i 10 miliardi. Nel frattempo, complice il rallentamento della crescita economica e il rialzo dei tassi d’interesse, è tornato a crescere l’ammontare delle sofferenze che ad aprile scorso, dopo un lungo periodo di tendenza in diminuzione, sono arrivate di nuovo oltre quota 15 miliardi di euro, in calo di 1,3 miliardi su base annua, ma in salita, rispetto a dicembre 2022, di oltre un miliardo. È quanto emerge dal rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale lo stock degli impieghi delle banche verso le imprese e le famiglie è calato, al netto delle cartolarizzazioni, dell’1,28%, dai 1.330 miliardi di aprile 2022 ai 1.313 miliardi di aprile 2023.

Secondo il rapporto del Centro studi di Unimpresa, che ha rielaborato dati della Banca d’Italia, il totale dei crediti delle banche al settore privato, al netto delle cartolarizzazioni, è passato da 1.330,2 miliardi di aprile 2022 a 1.313,2 miliardi di aprile 2023, in discesa di 16,9 miliardi (-1,28%). «Questi dati, talora contestati dalle associazioni di categoria del settore creditizio, non tengono conto delle cartolarizzazioni di prestiti, vale a dire impieghi in buona parte deteriorati che le banche hanno ceduto, nel corso del periodo in esame, a società veicolo o specializzate. Se quei valori fossero computati nel conto totale, i risultati sarebbero diversi, tuttavia appare più corretto prendere in considerazione solo il credito risultante negli attivi bancari ovvero quello che è alla base della relazione tra la banca e la propria clientela» osservano gli analisti di Unimpresa.

Più nel dettaglio, i prestiti destinati alle aziende sono passati dai 660,6 miliardi di aprile 2022 ai 636,6 miliardi di aprile scorso, con una diminuzione di 24,1 miliardi (-3,64%). Sono diminuiti i finanziamenti a breve termine (fino a 1 anno di durata), passati da 148,4 miliardi a 139,8 miliardi in calo di 8,5 miliardi (-5,77%), sia quelli di lungo periodo (con scadenza superiori a 5 anni), passati da 358,4 miliardi a 341,3 miliardi in discesa di 17,1 miliardi (-4,79%). In controtendenza, invece, il credito di medio periodo (fino a 5 anni), salito di 1,7 miliardi (+1,12%) da 153,7 miliardi a 155,4 miliardi. Per quanto riguarda i prestiti alle famiglie:

  • il credito al consumo e i mutui ipotecari hanno favorito una crescita complessiva di 7,1 miliardi (+1,05%) da 141,8 miliardi a 133,7 miliardi;
  • il credito al consumo (ovvero quello concesso principalmente per l’acquisto di viaggi, arredamento, automobili, elettrodomestici, computer e smartphone) è aumentato del 4,78% con una crescita di 5,3 miliardi da 111,9 miliardi a 117,3 miliardi;
  • prestiti per comprare casa sono saliti del 2,35% con una variazione positiva di 9,7 miliardi da 415,7 miliardi a 425,5 miliardi. 

Si è registrato, invece, un calo di 8,1 miliardi (-5,69%) per i prestiti personali (quelli concessi senza una finalità specifica), passati da 141,8 miliardi a 133,7 miliardi. Quanto alle rate non pagate, si registra un calo generale delle sofferenze lorde di 7,2 miliardi (-19,48%) dai 37,4 miliardi di aprile 2022 ai 30,1 miliardi di aprile 2023. Il rapporto tra le sofferenze lorde e il totale degli impieghi al settore privato è passato dal 2,81% al 2,29%. Le sofferenze nette sono calate su base annua di 1,3 miliardi (-7,99%) da 16,5 miliardi a 15,2 miliardi, ma si osserva una repentina crescita tra dicembre scorso, quando erano arrivate a quota 14,2 miliardi, e aprile, con 1 miliardo di credito marcio accumulato in appena quattro mesi.