Avvocati sul piede di guerra, De Tilla: Cambiare il ddl concorrenza

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Il ddl concorrenza è da cambiare“. Lo ha ribadito ieri martedì 23 febbraio, in un faccia a faccia col ministro della Giustizia Andrea Orlando, il presidente dell’Associazione nazionale avvocati italiani Maurizio De Tilla. Secondo l’Anai, “la legge sulle liberalizzazioni contraddice e nega la filosofia del nuovo ordinamento forense, perché l’avvocato viene equiparato ad un imprenditore e sottoposto a regole della concorrenza che contrastano con la funzione costituzionale“. Inoltre, “con il ddl si introduce il concetto di società multidisciplinare senza tener in alcun conto l’importanza del segreto professionale particolarmente previsto e tutelato dalla nuova normativa forense. Si apre poi l’attività di consulenza e di assistenza stragiudiziale (oggi esclusiva) a settori che non danno garanzia di specialità e professionalità, invadendo sfere di competenza dell’avvocatura che erano state giustamente tutelate“. 

Non solo. “Si interviene sui compensi professionali vincolando l’avvocato a obbligatori preventivi scritti per prestazioni nei processi che non sono facilmente valutabili ‘a priori’ trattandosi di attività di difficile stima preventiva“. In definitiva, “il ddl Concorrenza ha palesemente contraddetto e violato il precetto tassativo della legge di riforma dell’ordinamento che ha escluso i soci di capitale dalle società professionali, obbligatoriamente limitato ai soli professionisti”. Il rischio è favorire la presenza di gruppi di affari, magari anche contaminati dalla criminalità organizzata, che finiranno per pregiudicare e gravemente inquinare il libero esercizio dell’attività di avvocato.