Avvio di settimana in calo per i mercati europei

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Prevalgono le vendite in apertura sui maggiori indici azionari di Milano e d’Europa. A Piazza Affari il Ftse Mib cede l’1,34% seguito da un Ftse Italia All Share in calo dell’1,41 per cento. Sui mercati internazionali pesano i dati negativi giunti dalla Cina con l’indice PMI Markit/Caixin che si è attestato a 47,3 punti su livelli superiori alle attese (47,2) e alla stima preliminare (47,1), ma comunque posti sui minimi di sei anni e ormai da un anno sotto la soglia dei 50 quindi in contrazione dell’attività economica, anche i dati sul PMI servizi segna il passo con un 51,5 in calo sui 53,8 di luglio. Nel paniere principale di Milano segna ancora un rialzo Eni, con un +0,27% in controtendenza, che riporta i corsi a quota 14,67 euro e si avvantaggia della maxi-scoperta egiziana del maggiore giacimento di gas del Mediterraneo. Entro due anni si potrebbe andare in produzione soddisfacendo gran parte del fabbisogno egiziano e approfittando magari del già presente (e inutilizzato) impianto di liquefazione di Damietta. Si muovono invece in territorio negativo Saipem e Tenaris con ribassi dell’1,51% e dello 0,43% che subiscono probabilmente i cali del greggio (-2,8% per il Brent, a 52,65 dollari al barile, e -3,23% per il WTI a 47,66 dollari al barile) che cancellano la fiammata dei prezzi di ieri dopo l’annuncio dall’Opec, che l’organizzazione farà tutto il possibile per creare un ambiente di mercato del petrolio in equilibrio con prezzi equi e ragionevoli. La notizia aveva incoraggiato i mercati bilanciando gli effetti negativi dei recenti picchi produttivi statunitensi, ma oggi il greggio torna a ripiegare, nonostante il Dollar Index ripieghi in queste ore dello 0,74 per cento. Il comparto bancario al solito fa da cassa di risonanza al cattivo sentiment dei mercati e mostra diffuse vendite con Bpm in calo del 2,91%, Intesa del 2,46% e Mps del 2,51%. In rosso anche FCA che cede l’1,83%. L’amministratore delegato Sergio Marchionne ha annunciato nuove pressioni per una fusione con GM che vede come una grande occasione di creare valore per i due gruppi. In rosso il lusso con Ferragamo e Moncler che cedono il 3,36 e il 3,6 per cento. Fra i titoli a capitalizzazione minore Salini Impregilo perde l’1,45% nonostante l’annuncio di nuove commesse per $ 575 milioni in Georgia.

Borse asiatiche

Per le Borse asiatiche settembre è partito con nuove perdite, in scia a dati macroeconomici in arrivo da Pechino che confermano per l’ennesima volta il rallentamento della crescita dell’economia cinese. A farne le spese, però, è stato più di tutti Tokyo anche per un dato interno che ha tolto fiducia agli investitori. Nel secondo trimestre, secondo quanto comunicato dal ministero delle Finanze nipponico, le spese in conto capitale delle aziende del Giappone sono cresciute del 5,6% su base annua contro il 7,3% del primo trimestre e, soprattutto, a fronte dell’incremento del 9,0% atteso dagli economisti. A sostenere i corsi non è bastata l’ulteriore espansione del manifatturiero del Sol Levante: la lettura finale dell’indice Pmi stilato da Markit/Nikkei si è attestata infatti a 51,7 punti contro i 51,2 punti di luglio (50,1 in giugno, 50,9 in maggio e 49,9 in aprile). Il dato è però leggermente inferiore rispetto ai 51,9 punti della lettura preliminare che era anche il valore del consensus. Il risultato sono stati 30 dei 33 settori del Topix in territorio negativo, con le peggiori perdite segnate dai titoli ciclici. E il Nikkei 225 ha chiuso con un crollo del 3,84% la seduta. Per quanto riguarda i singoli titoli, da segnalare l’ennesimo scivolone di Toshiba (in perdita di oltre il 5%), dopo che lunedì la conglomerata ha nuovamente rinviato la presentazione del bilancio 2015 (esercizio chiusosi il 31 marzo) dal 31 agosto al prossimo 7 settembre. Il primo rinvio era arrivato in maggio dopo lo scoppio dello scandalo contabile (dal 2008 al 2014 gli utili operativi sarebbero stati gonfiati di 151,8 miliardi di yen, pari a oltre 1,1 miliardi di euro) che ha portato in luglio alle dimissioni del chief executive Hisao Tanaka insieme ad altri sette membri del board. In Cina le perdite sono state decisamente inferiori ma i tre principali indici (Shanghai Shenzhen Csi 300, Shanghai Composite e Shenzhen Composite) si sono mossi per gran parte della seduta in flessione del 2-3% scendendo sotto alla soglia dei due punti percentuali solo nella seconda parte della giornata. Nulla di nuovo sotto il sole d’Oriente, i dati macroeconomici diffusi nella notte hanno confermato ancora una volta la frenata di Pechino. La lettura finale relativa del Purchasing Managers’ Index (Pmi) elaborato da Markit/Caixin si è attestata in agosto a 47,3 punti, livello più basso in sei anni, contro 47,8 punti di luglio ma meglio rispetto ai 47,1 punti della lettura preliminare e ai 47,2 attesi dagli economisti. Ed è alla fine sceso sotto alla soglia di 50 punti che separa crescita da contrazione anche il dato ufficiale del Pmi. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio nazionale di statistica, infatti, in agosto si è segnato un declino a 49,7 punti, in linea con il consensus, da 50,0 punti di luglio, nella lettura più debole degli ultimi tre anni. Lunedì, tra l’altro, Goldman Sachs aveva rivisto al ribasso dal 6,7% al 6,4% la stima di crescita del Pil cinese nel 2016. Tagliando anche dal 6,5% al 6,1% e dal 6,2% al 5,8% rispettivamente quelle di 2017 e 2018.

Borsa Usa

Avvio di settimana negativo a Wall Street. Il Dow Jones ha perso lo 0,69%, l’S&P 500 lo 0,84% e il Nasdaq Composite l’1,07%. Il forte rialzo dei titoli del settore energetico non è bastato a risollevare un mercato penalizzato dalle preoccupazioni di un rialzo dei tassi di interesse a settembre da parte della Fed. Il mese di agosto si chiude con performance molto negative. Il Dow Jones lascia sul terreno il 6,57%, l’S&P 500 il 6,26% e il Nasdaq Composite il 6,86%. L’Indice PMI Chicago (attività manifatturiera) è peggiorato nel mese di agosto scivolando a 54,4 punti da 54,7 punti. La rilevazione è risultata inferiore alle attese degli addetti ai lavori, fissate su un indice pari a 54,7 punti, ma rivela che l’economia del Midwest continua a crescere sebbene a un tasso inferiore. Sul fronte societario Cal-Maine +5,71%. BB&T Capital Markets ha alzato il rating sul titolo del gruppo alimentare a buy da hold. Phillips 66 +2,36%. Berkshire Hathaway, holding del miliardario Warren Buffett, ha annunciato di aver incrementato la partecipazione nella società di raffinazione al 10,8% del capitale. Twitter +3,5%. SunTrust Robinson Humphrey ha migliorato la raccomandazione sul titolo del social media a buy da neutral. Netflix -2,21%. Il gruppo dei video in streaming ha annunciato che non rinnoverà il contratto per la diffusione dei suoi contenuti con l’operatore via cavo Epix. PayPal -0,11%. Secondo la rivista Barron’s, l’azienda leader nei pagamenti elettronici potrebbe vedere la sua valutazione crescere del 40% fino a 46 dollari per azione se riuscirà a spingere sull’innovazione del suo business. Chevron + 0,62%. Il petrolio (Wti) ha chiuso in rialzo dell’8,8% a 49,20 dollari al barile.

Europa

Ieri è stata una giornata di vendite sui mercati europei, con l’ultima seduta del mese che ha visto registrare il peggior agosto dal 2011 ad oggi. L’indice di Francoforte, il Dax, ha chiuso la giornata a 10.259,46 punti con un -0,38%; segno positivo per Londra con il Ftse100 che ha registrato 6.247,94 punti con un +0,9%. A Parigi l’indice Cac 40 ha chiuso a 4652,95 punti con un -0,47%

Italia

Piazza Affari ieri ha aperto l’ottava in ribasso. Il Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,24% a quota 21.941 punti. Permangono le incertezze sul fronte cinese e gli interrogativi sul primo rialzo dei tassi negli Stati Uniti. Protagonista di giornata a Milano è stata Eni (+1,52% a 14,63 euro) sull’onda della maxi-scoperta in Egitto, un giacimento supergigante che presenta un potenziale di risorse fino a 850 miliardi di metri cubi di gas in posto (5,5 miliardi di barili di olio equivalente) e un’estensione di circa 100 chilometri quadrati. In deciso progresso anche Saipem (+2,44% a 8,58 euro ). Nel weekend Eni ha smentito l’indiscrezione stampa circa una possibile scissione delle azioni detenute in Saipem. Questa soluzione, ha rimarcato una breve nota di Eni, non è allo studio.


I dati macro attesi oggi

Martedì 1° settembre 2015

03:00 CINA Indice PMI manifatturiero ago;

03:00 CINA Indice PMI non manifatturiero ago;

03:35 GIA Indice PMI manifatturiero (finale) ago;

03:45 CINA Indice PMI Markit/Caixin manifatturiero (finale) ago;

03:45 CINA Indice PMI Markit/Caixin servizi (finale) ago;

09:15 SPA Indice PMI manifatturiero ago;

09:45 ITA Indice PMI manifatturiero ago;

09:50 FRA Indice PMI manifatturiero (finale) ago;

09:55 GER Indice PMI manifatturiero (finale) ago;

09:55 GER Tasso di disoccupazione ago;

09:55 GER Variazione n° disoccupati ago;

10:00 EUR Indice PMI manifatturiero (finale) ago;

10:00 ITA Tasso di disoccupazione (prelim.) lug;

10:30 GB Credito al consumo lug;

10:30 GB Indice PMI manifatturiero ago;

11:00 EUR Tasso di disoccupazione lug;

11:00 ITA PIL (finale) T2;

15:45 USA Indice Markit PMI manifatturiero (finale) ago;

16:00 USA Indice ISM manifatturiero ago;

16:00 USA Spesa in costruzioni lug.