Aurelio Raiola ci conduce a Sirena
VIaggio esilarante nel ventre di Napoli

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Sirena, è un viaggio esilarante nel ventre di Napoli scritto da Aurelio Raiola per la casa editrice Homo Scrivens, diretta da Aldo Putignano. Il personaggio principale Sirena, è un viaggio esilarante nel ventre di Napoli scritto da Aurelio Raiola per la casa editrice Homo Scrivens, diretta da Aldo Putignano. Il personaggio principale del romanzo è Claudio Graziani torna dopo trent’anni nel suo quartiere natale, Sirena. Un quartiere tipico e genuino di Napoli, un luogo della mente, che non esiste o, forse, esiste troppo. Apparentemente è qui per una sola ragione: scrivere una guida turistica. Con questo spirito e queste intenzioni, parte alla riscoperta di una zona della città che comprende ben presto non aver mai conosciuto davvero. Abbiamo incontrato e intervistato Aurelio Raiolaal quale abbiamo rivolto numerosissime domande, che con molta ironia ha accettato di rispondere. Secondo te c’è una particolare propensione per i Napoletani a scrivere? A Napoli sono tutti bravi a raccontare, questo è sicuro, ma scrivere è un’altra cosa. È prendere una storia e scegliere cosa raccontare e in che ordine, scegliere il punto di vista e la lingua, e non credo che a Napoli ci sia una propensione o un’attitudine particolare rispetto al resto d’Italia. Però c’è pure un incredibile fermento letterario, una quantità di offerta che forse non ha eguali: tanti scrittori, di cui molti giovani e bravi. Cosa ami leggere generalmente e quali sono gli autori preferiti? Leggo di tutto e soprattutto nuovi autori. Sul web sta partendo una campagna #ioleggodifferente per segnalare autori e case editrici che hanno difficoltà a farsi conoscere. Oggi, tra l’oligopolio delle grandi case editrici e l’orrido mercato della case editrici a pagamento, è quasi impossibile farsi leggere al di fuori delle proprie conoscenze. Quale è un buon incipit per te? Quello che mi fa comprare un libro. Adoro l’incipit di Racconto di due città di Dickens: “Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia…”, non so cosa darei per scriverne uno all’altezza. Un libro che funzioni che cosa deve avere? Una buona storia scritta bene. Cos’altro? Scrivere libri umoristici non è facile, quante difficoltà hai trovato? Scrivere libri umoristici è facile. Il difficile è far ridere. Al di là della (facile) battuta, in giro si trova troppa letteratura “umoristica” che fa cadere le braccia. Io spero che ai miei lettori le braccia restino tutte attaccate al corpo, legate da un immenso sorriso. Se ti capitasse un libro dove non hai possibilità di conoscere la firma, sapresti riconoscere se è uomo o donna chi scrive? Bella domanda. Se chi scrive si è voluto mimetizzare suppongo di no, a parte un errore. Nell’ultimo libro di Laura Costantini e Loredana Falcone ho beccato proprio una parola tipicamente femminile. Una, su tutto un libro di 516 pagine. I social network secondo te facilitano la diffusione di un libro, secondo te si fa un uso congruo del mezzo oppure, spesso rischia di essere poco spontaneo nei rapporti? Posso parlare solo di facebook, perché non sono padrone di altri strumenti social. A dire il vero non sono padrone nemmeno di facebook, se è per questo. E nemmeno di me stesso, a essere onesti, ma non divaghiamo. Sulla pagina facebook di Sirena, come tanti, amo annunziare le presentazioni del libro e poi pubblicare le foto. Il minimo sindacale, diciamo. Che però serve, e tanto, al punto che un ragazzo che non ho ancora il piacere di conoscere qualche giorno fa ha detto: “Raiola? Quello che riempie le librerie?”, una piccola soddisfazione. Niente, però, rispetto alla possibilità di comunicare con i lettori e leggere Sirena attraverso le loro parole. Quindi la risposta è sì, i social network servono a facilitare la diffusione di un libro. Certo non paragonabile alla diffusione che può scaturire dalla presenza sulla stampa nazionale. Nella tua storia romanzata, c’è molto Napoli, quanto sei legato a questa città e come vorresti che fosse? Sono legatissimo a Napoli, pur vivendo a Torre del Greco ed essere, a tutti gli effetti, un cafone di provincia. Ma ci lavoro da quasi trent’anni ed è la mia città. Vorrei solo che fosse meno stracciona di quel che a volte è e meno presuntuosa di quanto spesso è. Solo io ho l’impressione che viviamo sui fasti del passato senza averne merito? Le canzoni di Pino Daniele, sono per te ancora attuali? Attualissime. Al punto che continuano ad essere la mia colonna sonora. Se tu scoprissi che un collega “scrittore o scrittrice” è in competizione con te come reagiresti? Come ci ha ben spiegato Totò, signori si nasce. Io, modestamente, lo nacqui, e lascio correre. Ma è un’ipotesi di scuola, chi vorrebbe correre contro una Sirena che arranca con le sue pinnotte? Lasciatela nuotare in mare aperto e poi vediamo chi arriva prima. Aurelio Raiola vive a Torre del Greco ma nasce a Napoli nel 1963 sotto il segno dei Gemelli. E, pur negando ogni responsabilità, Castore e Polluce lo trascinano sulla via dell’eterna doppiezza, fino alla contraddizione ultima di un impiego in banca e della passione per la scrittura umoristica. Scende la china partecipando alle raccolte Aggiungi un porco a favola (Cento Autori 2009) e Se mi lasci, non male (Kairós 2010). Poi lascia tracce indelebili nell’Enciclopedia degli Scrittori inesistenti 2.0 (Homo Scrivens 2012), marcando il territorio con figure retoriche immortali come l’Apèrepe e l’Iperbacco, e accoglie con uno sberleffo la profezia dei Maya insieme ad altri prodi in Cronache dalla fine del mondo (Historica Edizioni 2012). Infine, serra le fila con altri resistenti in Storie di ordinaria resistenza (Homo Scrivens 2013) ed è complice di una reprimenda collettiva in 99 rimostranze a Dio (Ottolibri 2013). Dulcis in fundo, sfoga un’insana passione per il pibe de oro cantandone le gesta in ottave in Forza Napoli! di Aldo Putignano (Giulio Perrone 2013). Ama l’amore e i versi diversi, ma ancor di più la parmigiana di melanzane.