Aumento dei tassi: in serata la pubblicazione dei verbali Fomc

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Il punto. Il dollaro si rafforza. Stamani la valuta Usa è arrivata a scambiare con l’euro a 1,0497 e dopo un breve ritracciamento è assai probabile che si apprezzerà ancora. Questa sera, infatti, alle 20 (ora italiana) la Federal Reserve pubblicherà i verbali relativi all’ultimo meeting di politica monetaria, in occasione del quale – come si ricorderà – il comitato aveva deciso di mantenere i tassi di interesse invariati, ma si apriva con una tempistica nuova all’aumento nel corso del 2017. Ed è proprio questo che il mercato ora si attende, di sapere cioè è il ritmo con cui la banca centrale ha in mente di procedere, nel corso di quest’anno, nel suo percorso di normalizzazione della politica monetaria verso tassi di interesse più appropriati agli attuali livelli di inflazione.

La governatrice Yellen, in occasione del suo ultimo speech, aveva lasciato ben poco spazio all’immaginazione, indicando la reale possibilità che i tassi vengano alzati il 15 marzo o, al massimo, il meeting successivo del 3 maggio. 
A rafforzare tale ipotesi vi sono poi stati gli ottimi dati di inflazione che hanno mostrato una crescita dei prezzi del 2,5%, ben oltre quindi quel 2% che rappresenta il target ideale per diverse banche centrali.

Come gli operatori ben sanno, infatti, le manovre sui tassi si rendono necessarie proprio per tenere entro livelli accettabili la corsa dei prezzi, sicché quando l’inflazione si trova sotto il target la banca centrale interviene tagliando, quando l’inflazione invece oltrepassa il target la banca centrale interviene sul costo del denaro alzando appunto i tassi di interesse.

Insomma, secondo gli analisti per la FED, con un inflazione al 2%, non sta diventando più una questione di scegliere se intervenire o meno, mentre l’unico argomento di discussione per il Fomc (il comitato operativo che decide le politiche monetarie) rimane il timing. Tempistica che ci si attende di scoprire appunto dalla pubblicazione dei verbali.

Dunque, appuntamento intorno alle 20, quando è prevista un certa volatilità nello scambio delle valute che fanno coppia con il dollaro.

Intanto, è da registrare l’inizio di settimana (lunedì la Borsa di New York è rimasta chiusa per festività) con nuovi record per i tre principali indici: il Dow Jones ha guadagnato lo 0,58%, l’S&P 500 lo 0,60% e il Nasdaq Composite lo 0,47%.

L’azionario Usa ha beneficiato un particolare dell’andamento positivo del comparto della distribuzione.

Seduta positiva anche per l’Asia, con Tokyo che ha chiuso intorno alla parità (Nikkei 225 -0.01%), l’Hang Seng con +0.88% e lo Shanghai Composite con +0.24%. 
E in territorio positivo si muovono anche le principali piazze finanziarie europee, con l’eccezione di Milano dove il Ftse Mib -0.45% unitamente all’Ibex35 di Madrid -0.12%, mentre il Dax30 di Francoforte  segna +0.25%, il Cac40 di Parigi +0.33%, il Ftse100 di Londra +0.13%,

I DATI MACRO

Irlanda: inflazione allo 0,3% annuo in gennaio

Secondo quanto comunicato martedì dal Central Statistics Office di Dublino, l’indice dei prezzi al consumo in Irlanda è cresciuto dello 0,3% annuo in gennaio dopo essere rimasto invariato nel mese di dicembre e avere segnato un declino dello 0,1% in novembre (e dello 0,3% in ottobre). Su base mensile invece si è registrato un calo dello 0,5% dopo la lettura invariata di dicembre (e il calo dello 0,1% in novembre).

Cina: prezzi delle case crescono del 12,2% annuo in gennaio

Sedicesimo mese consecutivo di progresso per i prezzi delle case nelle maggiori città della Cina, dopo una striscia negativa che era durata 14 mesi. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio nazionale di statistica cinese, la stabilizzazione del mercato immobiliare in gennaio continua a mostrare comunque segnali di rallentamento con il progresso annuo dei prezzi del 12,2% contro il 12,4% di dicembre (12,6% in novembre novembre) e con l’incremento su base mensile registrato in 45 delle 70 città monitorate, contro le 46 di dicembre (55 in novembre) che erano già il livello minimo dal gennaio 2016. I prezzi sono rimasti invariati in 20 città e calati in cinque (tra cui Shanghai, Shenzhen e Pechino stessa). L’incremento complessivo su base mensile è stato dello 0,2% contro lo 0,3% di dicembre (0,6% in novembre) e ben lontano dal picco del 2,1% registrato in settembre.

Hong Kong: Pil atteso in crescita del 2-3% nel 2017

L’economia di Hong Kong dovrebbe crescere del 2-3% quest’anno, secondo le stime comunicate da Paul Chan, ministro delle Finanze dell’ex colonia britannica, nel discorso di presentazione del bilancio 2017-2018. Nel 2016 il Pil di Hong Kong è cresciuto dell’1,9% nel 2016, all’interno della forchetta dell’1-2% delle stime ministeriali.

Hong Kong: in gennaio inflazione all’1,3% annuo

Secondo quanto comunicato martedì dal Census and Statistics Department di Hong Kong, in gennaio l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dell’1,3% annuo dopo il progresso dell’1,2% registrato nei tre mesi precedenti (livello più basso dall’1,0% del gennaio 2010).

Kuroda (BoJ) esclude altri tagli in negativo dei tassi

Haruhiko Kuroda, governatore della Bank of Japan (BoJ), parlando al Parlamento nipponico ha dichiarato che un ulteriore abbassamento in negativo dei tassi d’interesse non è in agenda. “Non è molto probabile che ci sarà un ulteriore taglio”, ha spiegato, dall’attuale livello dello 0,10% in negativo introdotto a sorpresa, con una mossa senza precedenti nel Sol Levante, nel meeting del gennaio 2016. Misura il cui impatto positivo è stato limitato, innescando una reazione pubblica e minacciando la solidità finanziaria delle banche. “La mia opinione è che la politica negativa dei tassi abbia aspetti sia positivi che negativi”, ha ammesso Kuroda.

IL CALENDARIO DI OGGI
Mercoledì 22 Febbraio 2017

10:00 ITA Inflazione finale gen;

10:00 GER Indice IFO (fiducia imprese) feb;

10:30 GB PIL 2a stima trim4;

11:00 EUR Inflazione finale gen;

16:00 USA Vendite abitazioni esistenti gen;

20:00 USA Verbali FOMC.