Aumentano i certificati di malattia

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Roma, 21 mag. (Adnkronos/Labitalia) – Nel primo trimestre dell’anno 2019, si registra un incremento del numero dei certificati di malattia inviati dai medici all’Inps rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia per il settore privato (+1,2%) che per il settore pubblico (+5,4%). A livello territoriale, per il settore privato l’aumento del numero di certificati è prevalente al Centro (+4,0%), anche per il settore pubblico l’incremento risulta più consistente al Centro (+9,6%). E’ quanto emerge dai dati del ‘Polo unico di tutela della malattia’ dell’Inps per il primo trimestre del 2019.

E, come spiegano i dati dell’Inps, sia nel settore privato che nel settore pubblico, all’aumento del numero dei certificati corrisponde un aumento meno che proporzionale del numero dei giorni di malattia (rispettivamente +0,7% e +2,0%). In termini relativi, la percentuale dei lavoratori con almeno un giorno di malattia sul totale dei lavoratori rimane stabile nel settore privato al 25%, mentre nel settore pubblico la percentuale sale dal 36% del 2018 al 37% del 2019. Stabile anche il numero medio dei certificati dei lavoratori sia nel settore pubblico che in quello privato (rispettivamente di 7 e 4 certificati ogni 10 lavoratori).

L’Inps precisa che qualsiasi confronto sul numero di certificati tra il settore pubblico e privato va sempre interpretato tenendo conto della diversa struttura per età dei lavoratori e della diversa normativa di riferimento. Il numero medio di giornate di malattia per lavoratore con almeno un giorno di malattia diminuisce lievemente sia per il settore privato, passando da 10,5 a 10,4 giorni, che per il settore pubblico da 8,9 a 8,8 giorni.

IN AUMENTO VISITE VERIFICA MALATTIA NELLA PA – Dai dati del Polo unico di tutela della malattia dell’Inps emerge inoltre che aumentano le visite per la verifica dello stato di malattia dei lavoratori. Nel primo trimestre 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registra un incremento del numero di visite per il settore pubblico del Polo unico (+53,8%) e una minima diminuzione per il settore privato (-0,5%). In termini relativi per il primo trimestre 2019, spiega ancora l’Istituto, si conferma la notevole differenza del numero di visite mediche del settore pubblico rispetto a quello del settore privato (rispettivamente 78 e 26 ogni mille certificati); da un confronto tendenziale emerge che nel primo trimestre 2019 il numero medio di visite per il settore pubblico è in aumento mentre quello del settore privato rimane stabile.

E per l’Inps il tasso di idoneità misura il numero di visite con esito idoneità al lavoro rispetto al numero di visite effettuate: per il primo trimestre 2019, ogni cento visite effettuate nel pubblico, 32 risultano con esito di idoneità, contro 22 nel privato. Da un confronto tendenziale, nello stesso trimestre del 2019, si registra una forte diminuzione del tasso di idoneità per entrambi i settori ma maggiormente nel settore privato, passando da 37 visite con idoneità nel primo trimestre 2018 a 22 visite con idoneità nello stesso periodo del 2019. Altro indicatore importante nel valutare gli effetti delle visite, spiegano dall’Inps, è il tasso di riduzione della prognosi che misura il numero di visite con riduzione della prognosi rispetto al numero di visite effettuate. Tale indicatore risulta essere basso e in diminuzione per entrambi i settori e in particolare quello del pubblico è molto inferiore rispetto a quello del privato (circa il triplo).

Il numero medio di giorni di riduzione prognosi nel primo trimestre 2019 risulta essere per entrambi i settori pari circa a 5 giorni. Da un confronto tendenziale si rileva che nel settore privato tale numero medio è in aumento da 2,9 giorni nel primo trimestre 2018 a 5,6 giorni nel primo trimestre 2019. Nel settore pubblico le visite sono effettuate soprattutto su richiesta dei datori di lavoro, solo l’11% sono disposte d’ufficio e anche il tasso di idoneità è molto diverso nelle due fattispecie: 35 ogni 100 visite richieste dal datore di lavoro contro 13 ogni 100 disposte d’ufficio. Nel settore privato invece si osserva una proporzione inversa con il 62% delle visite mediche di controllo disposte d’ufficio.