Attesa per la Première di Pericle Nero. Scamarcio: È un candido, come me

Nella foto Scamarcio con il regista Mordini

Di  “Pericle Il Nero”, l’unico film italiano che rientra nella selezione ufficiale al  Festival di  Cannes 2016, in concorso nella sezione “Un Certain Regard”. Regista del film, Stefano Mordini, mentre nel cast  figurano Marina Fois, Gigio Morra, Valentina Acca, Riccardo Scamarcio nella duplice veste di protagonista e produttore.

Scamarcio, avverte una una certa responsabilità a rappresentare ufficialmente l’Italia a Cannes?
Più che responsabilità, proviamo grande soddisfazione, in quanto siamo stati abbastanza “irresponsabili” a realizzare questo prodotto, poiché  sulla carta nessuno ci credeva  e nessuno ci scommetteva su, ma alla fine hanno prevalso la nostra caparbietà, la tenacia, la forte determinazione. Dal 2008 con Valeria Golino e Viola Prestieri abbiamo fondato una società di produzione “Buena Onda”; il primo film prodotto è stato “Miele” con la regia di Valeria  poi quello di Gaudino ed adesso con “Pericle Il Nero” siamo per la terza volta in concorso ad un International Film Fest  di grandissimo prestigio.

I vostri film suscitano l’attenzione della critica internazionale?
Noi confezioniamo progetti “Haute Couture” e non pret a’ porter, non concepiti con l’intento di conquistare il mercato estero; di fatto però sono il frutto di un’idea di cinema che si sposa con quella internazionale, forse anche perché viaggiamo tanto, arricchendoci puntualmente di sollecitazioni artistiche e culturali che provengono da ogni dove. I nostri film non “strizzano l’occhio a nessuno”, non si basano sulla percezione collettiva ma sono la rappresentazione di un pensiero assolutamente personale.

Scamarcio, com’è nata l’idea di “Pericle il nero”?
Ho scoperto il romanzo di Giuseppe Ferrandino nei primi anni del 2000; in realtà all’inizio dovevo realizzare questa opera, tratta liberamente dal libro omonimo, con Abel Ferrara ma non se ne fece nulla. Dopo un po’ di tempo, covando sempre in me  l’idea di realizzare questo film, vedendo al cinema “Acciaio” di Mordini, mi balenò la possibilità che forse avrei potuto concretizzare questo mio desiderio. Ci siamo incontrati con Stefano ed è nato il film, dopo avere  coinvolto come coproduttori i fratelli Dardenne.

Il film parla di uno uomo adottato dalla camorra; la scelta di ambientarlo in Belgio e non a Napoli?
È semplice; volevamo sdoganarlo dagli abituali clichè delle opere sulla camorra, spesso troppo folkloristiche. Napoli, nell’immaginario collettivo, rappresenta la patria della Camorra con delle peculiarità ben precise che hanno comunque dei risvolti cinematografici ma il nostro scopo era un altro, essendo i nostri sforzi non  incentrati sulla descrizione di un personaggio della malavita, ma su quella di  un uomo con le sue paure e le sue fragilità. Pericl , a dispetto di quello che fa, è un adolescente, un candido pertanto il mio intento era  quello che il pubblico provasse una sorta di empatia nei suoi confronti andando al di là di qualunque meccanismo di moralismo e di pregiudizio verso un reietto della società  che ha conservato i propri istinti animaleschi, la cui unica colpa è forse quella di essere stato orfano fin da bambino e di essere stato adottato da una famiglia di camorristi. Il film pertanto sposta l’azione da Napoli al Belgio, dopo avere paventato varie ipotesi di ambientazioni. Qualche giorno prima di girare siamo andati a fare un giro a Liegi, io già vestito come il  mio personaggio, truccato, con il codino ed il giubbotto. I passanti mi guardavano con molta diffidenza, quasi con paura ed allora abbiamo capito che funzionava.

Chi è Pericle ?
È un uomo sfruttato messo in una gabbia, costretto a sodomizzare chi non si arrende alla camorra; per una pura coincidenza commette un errore ed è costretto a scappare, incontra una donna, se ne innamora e scopre poi di non essere affatto un cretino come tutti quelli che gli stanno intorno credono e gli vogliono far credere. Pericle è un uomo discriminato che è capace di amare e di essere amato ed il suo personaggio è utile per indagare ed approfondire  quelli che sono i paradossi, i misteri più nascosti dell’animo umano. Questo film è in realtà incentrato sull’amore, inteso in senso lato, come amore per la vita.

Scamarcio nei suoi film l’amore è un tema ricorrente.
Sono un uomo apparentemente scontroso e poco disponibile al dialogo, ma al di là del mio sguardo di ghiaccio, ho un cuore che palpita di emozioni! L’amore è il motore della mia vita, ha sempre condizionato le mie scelte private e professionali.

Tra il serio ed il faceto lei si è paragonato a Pericle come “uomo discriminato”.
Discriminato nel senso di essere un personaggio pubblico, pertanto di non poter godere spesso della mia privacy; più che discriminato, piuttosto  mi definirei come tutti quelli che subiscono il successo un “perseguitato”.   

Come descriverebbe questo film?
È  un  noir nel senso classico della parola, un noir all’italiana, un genere poco frequentato dal nostro cinema ma presente in molte contaminazioni fin da “Ossessione” di Luchino Visconti.

Progetti futuri?
Dopo Cannes, riprenderò a girare il sequel di “Io che amo solo te” con Marco Ponti, Laura Chiatti.

Il suo sodalizio  lavorativo con la Chiatti è da tempo consolidato?
Sì, fin da i tempi di “Compagni di scuola”.

Cosa vi unisce?
L’autoironia; entrambi amiamo prenderci in giro, sdrammatizzando le nostre angosce.

A cosa deve il suo successo?
Probabilmente al fatto che lavoro con grande passione; cerco di compenetrarmi nei personaggi che interpreto e credo in ciò che faccio.

Nel film “Mine Vaganti”, interpreta il ruolo di un omosessuale; la sua idea sulla neo legge delle  unioni civili?

Io provengo da una famiglia tradizionale, ma capisco che la società debba evolversi in un modo, nel bene o nel male. Me ne frego delle leggi; piuttosto sono molto preoccupato che non venga  messa in luce e provata ad arginare una grave piaga sociale  quale la mancanza  di amore tra gli individui sempre più diffusa.

Siamo a Napoli; ama questa città?
Moltissimo al punto che per un periodo ho pensato di trasferirmi qui a vivere. Mi diverte  soprattutto la domenica  mattina camminare per i suoi vicoli e sentire nell’aria due profumi assolutamente contrastanti: quello del ragù e quello del sapone per il bucato.

I difetti dei napoletani?
La profonda insistenza per raggiungere  ad uno scopo , che però a volte può essere anche letta come un grande pregio.