Prosegue la protesta delle imprese edili contro il blocco della cessione dei crediti nell’ambito del Superbonus 110, che da misura per il rilancio economico dell’Italia dalla crisi pandemica e per favorire la transizione ecologica del Paese, si è trasformato in una ecatombe. Dopo la manifestazione del 18 maggio in Piazza della Repubblica a Roma, alla quale hanno preso parte migliaia di operatori del settore, provenienti da tutta Italia, la protesta continua a Napoli, dove il 1° giugno, a partire da Piazza Borsa, l’ATC – Associazione Tecnici e Costruttori della Campania, insieme con ANACI ha organizzato un corteo di protesta e ha intenzione di far sentire la propria voce. Sono pochi gli Italiani che si rendono conto dell’estrema gravità di ciò che sta accadendo. Le modifiche continue alla normativa, in particolare per quanto concerne la cessione dei crediti, per altro con effetto retroattivo, hanno generato un circolo vizioso che sta portando tecnici e imprese sull’orlo di un precipizio. Le imprese si ritrovano con somme bloccate sui loro cassetti fiscali e le banche stanno chiudendo una dopo l’altra tutte le piattaforme di cessione.
La situazione è a dir poco drammatica, con cantieri bloccati, imprese al collasso, operai a rischio cassa integrazione e privati con lavori realizzati a metà.
A seguito delle ultime decisioni del governo Draghi – spiega Rossano Ricciardi, presidente ATC – è diventato vitale per noi intraprendere iniziative di gruppo volte a catturare l’attenzione della politica, per sollecitare correttivi che ci consentano quantomeno di completare i lavori iniziati, facendo affidamento sulla normativa così com’era stata concepita prima delle innumerevoli modifiche. Il decreto antifrodi è stata solo una scusa per impantanare i Bonus, tanto da rendere incredibilmente problematico l’incasso e il completamento e dei lavori eseguiti. Di questo passo, il governo Draghi sta mettendo l’Italia in ginocchio, a cominciare dal comparto edilizio che avrebbe dovuto trainare il Paese fuori dalla crisi. In pratica quasi tutte le PMI edili nazionali e migliaia di privati sono condannati perché hanno anticipato i loro soldi e contratto debiti per sostenere i lavori di efficientamento energetico. Il governo ha il dovere di ascoltare le nostre esigenze>>.