“In merito alle nomine dei direttori sanitari, io ho sempre scelto in autonomia, valutando le capacità professionali dei singoli all’esito di un’istruttoria che l’Assessorato alla Sanità faceva con le strutture interessate. La mia linea era chiara: no alle segnalazioni e neppure alle raccomandazioni. Poiché avevamo ereditato una Regione che sprofondava nei debiti, l’orientamento era quello di evitare il mercato politico delle nomine dei direttori sanitari, nessuna contrattazione sul punto”. Lo ha dichiarato il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, sentito oggi dal tribunale di Roma come teste assistito (in quanto indagato e poi archiviato), nel processo sulle presunte pressioni esercitate dall’avvocato Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio per indirizzare la decisione della moglie (giudice relatore del tribunale civile di Napoli in due procedimenti riguardanti la sospensione di De Luca dalla carica di presidente della Regione, in forza della legge Severino), in cambio di una nomina a manager della sanità campana. “Io non ho mai conosciuto né Manna né Scognamiglio (imputati per induzione indebita assieme ad altre tre persone, ndr). E aggiungo – ha ribadito De Luca – di aver atteso nell’estate del 2015 la decisione del tribunale (che poi accolse il suo ricorso mandando gli atti alla Consulta per profili di incostituzionalita’ della legge Severino, ndr) in assoluta tranquillita’: un mese prima lo stesso tribunale si era espresso favorevolmente nei confronti del sindaco di Napoli De Magistris e quindi immaginavamo che anche nel mio caso i giudici avrebbero ribadito lo stesso orientamento”. Parlando di Nello Mastursi, l’ex capo staff della sua segreteria, già condannato dal gup di Roma per questa vicenda a un anno e mezzo di reclusione, il Governatore della Campania ha detto: “Non aveva alcun potere nelle nomine. Non so con chi parlasse, ma lui a me non ha mai segnalato alcun nome”.