Asia in positivo, ma per Shanghai è la quinta ottava consecutiva in perdita

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Il punto. Il Ftse Mib segna +1,05%, il Ftse Italia All-Share +0,97%, il Ftse Italia Mid Cap +0,53%, il Ftse Italia Star +0,48%.

Mercati azionari europei in rialzo. DAX +1,0%, CAC 40 +1,4%, FTSE 100 +1,3%, IBEX 35 +1,3%. 
Euro poco sopra i minimi da fine marzo contro dollaro a 1,1180 toccati ieri. EUR/USD al momento segna 1,1220 circa.
Mercati obbligazionari eurozona incerti. Il rendimento del Bund decennale sale di 1 bp allo 0,17%, quello del BTP scende di 2 bp all’1,55%. Lo spread scende di 3 bp a 138.

I prezzi alla produzione in Germania scendono ancora e più del previsto, penalizzati dalla continua discesa dei prezzi del petrolio.
Nel mese di aprile, secondo quanto comunicato dall’Ufficio Federale di Statistica tedesco, l’indice è salito dello 0,1% a livello mensile dopo essere rimasto invariato a marzo, risultando peggiore delle attese degli analisti che avevano previsto un progresso dello 0,2%. 

Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente i prezzi hanno segnato invece una diminuzione del 3,1% dopo il -3,1% di febbraio (-3 il consensus), risultando la flessione più ampia da gennaio 2010.
I prezzi dell’energia hanno segnato una contrazione dell’8,8% rispetto ad aprile 2015.

Tokyo in verde con l’indice Nikkei 225 che chiude a +0,54%. Borse cinesi positive: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a +0,51% circa, l’indice Hang Seng di Hong Kong segna +1,2% circa.

Future sugli indici azionari americani in rialzo dello 0,3-0,4 per cento circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -0,37%, Nasdaq Composite -0,56%, Dow Jones Industrial -0,52%.

Borse asiatiche
L’ottava si chiude in positivo per i mercati dell’Asia che però restano in perdita nell’intera settimana. Particolarmente negativa la performance delle piazze della Cina continentale: lo Shanghai Composite Index segna infatti la quinta ottava consecutiva in declino, nella striscia negativa più lunga dal 2012, e da inizio anno è in flessione di circa il 21% in quella che è la peggiore performance tra i 93 indici benchmark globali monitorati da Bloomberg. 
D’altra parte, però, l‘Hang Seng China Enterprises Index, il sottoindice di riferimento a Hong Kong proprio per i big industrial i cinesi, con un progresso superiore all’1,30% in intraday, migliore performance dell’ultimo mese, si avvia a recuperare del tutto le perdite segnate nell’ottava, grazie alla spinta dei titoli finanziari e a quelli di energia e materie prime. 
Proprio l’apprezzamento petrolio (ma anche di altre commodity come oro e rame, in recupero dopo il declino dei giorni scorsi) è tra i principali fattori positivi, a fronte di un dollaro stabile su livelli molto elevati (ai massimi da marzo, con la sola sterlina tra le principali valute che si è apprezzata nei confronti della divisa Usa questa settimana) quando continuano ad aggiungersi tasselli che indicano come la Federal Reserve possa effettivamente decidere di alzare di nuovi i tassi già nel meeting di giugno. 
E la debolezza dello yen ha permesso a Tokyo di essere in controtendenza nell’intera settimana. Il Nikkei 225 dopo avere aperto la seduta in negativo, ha chiuso con un guadagno dello 0,54% (performance sostanzialmente uguale per l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,51%). Limitato il guadagno di Seoul (il Kospi chiude in progresso di appena lo 0,05%), mentre a Sydney l’S&P/ASX 200 guadagna lo 0,53% al termine degli scambi. 
Complessivamente la seduta è dunque positiva, con l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, in progresso di oltre mezzo punto percentuale (ma comunque in declino di circa lo 0,30% nell’intera ottava), ma a Shanghai e Shenzhen continua a vincere la volatilità. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 si muovono in altalena intorno alla parità ma in vista della chiusura sono in positivo di circa lo 0,20% (performance sostanzialmente allineata anche per lo Shenzhen Composite). 
A Hong Kong, invece, l’Hang Seng è in crescita di oltre l’1% (performance simile anche per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nel l’ex colonia britannica per la Corporate China).
 

Borsa Usa
A New York i principali indici ieri hanno chiuso la seduta in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,52%, l’S&P 500 lo 0,37% e il Nasdaq Composite lo 0,56%. A pesare sono stati i rischi di un possibile incremento dei tassi a giugno.
Più ombre che luci dai dati macroeconomici pubblicati in giornata. Le richieste di sussidi di disoccupazione sono calate la scorsa settimana meno del previsto a 278 mila unità (consensus 275 mila unità). L’indice Fed di Philadelphia di maggio si è attestato a -1,8 punti, nettamente peggio rispetto ai 3,5 punti attesi dagli economisti.
L’indice anticipatore ad aprile è cresciuto dello 0,6% su mese. Gli analisti avevano previsto un incremento dello 0,4%.
Sul fronte societario da segnalare due titoli, in particolare.  
Wal-Mart Stores +9,58%. Il gigante della distribuzione ha annunciato una trimestrale superiore alle attese. Nel primo trimestre l’utile è calato a 3,08 miliardi di dollari (0,98 dollari per azione) da 3,34 miliardi dello stesso periodo di un anno prima. I ricavi sono invece cresciuti a 115,9 miliardi da 114,8 miliardi mentre le vendite a parità di negozi sono aumentate dell’1%. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,88 dollari su ricavi per 113,2 miliardi e vendite in crescita dello 0,5%. 
Cisco Systems +3,18%. Il colosso delle infrastrutture di rete ha presentato risultati relativi al suo secondo trimestre segnati da utili netti per 2,3 miliardi di dollari, pari a 46 centesimi per azione, e 12 miliardi di vendite. L’eps rettificato si è attestato a 57 centesimi. Il consensus di FactSet era per 55 centesimi di utile e 11,97 miliardi di vendite. Per l’attuale trimestre è previsto un eps di 59-61 centesimi, contro i 58 centesimi del consensus di FactSet.

I dati macro attesi oggi
Venerdì 20 Maggio 2016
GIA Riunione G7 (primo giorno);

08:00 GER Indice prezzi alla produzione apr;
10:00 EUR Bilancia partite correnti mar;
12:00 GB Indice CBI ordini industria mag;
16:00 USA Vendite abitazioni esistenti apr.