Ascea, Serge Latouche presenta il Manifesto dal Cilento sul Turismo Culturale

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Un modello di turismo rispettoso delle persone e del territorio. Presentato in un luogo altamente simbolico. È il Manifesto dal Cilento sul Turismo Culturale, promosso dalla rete Mediterraneo Sociale, disponibile online sul sito www.mediterraneosociale.eu. “Con questo manifesto programmatico sul turismo culturale – spiega il presidente di Mediterraneo Sociale Salvatore Esposito – vogliamo promuovere sui territori nuove forme di economia civile e dimostrare ad esempio che le fattorie sociali, la riutilizzazione dei terreni e dei siti abbandonati quali beni comuni, il Welfare di Comunità possono contribuire a creare occupazione e inclusione. Per fare questo, come sottolinea il Manifesto, è necessario puntare sulla responsabilità sociale delle imprese e su una programmazione istituzionale non di emergenza ma di sistema”. 

220px Serge LatoucheAffianco a Mediterraneo Sociale, sostenitori dell’iniziativa sono il famoso economista teorico della decrescita Serge Latouche, l’Università Suor Orsola Benincasa e la Regione Campania. Al dibattito che ha accompagnato la presentazione del manifesto, ad Ascea, coordinato dal direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo d’Errico, hanno partecipato Latouche, l’assessore regionale al TurismoCorrado Matera e il presidente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione del Suor Orsola Benincasa Antonello Petrillo. Per Latouche “i territori devono recuperare la capacità di essere auto-sostenibili senza distruggere l’ambiente, e questo vale sia per i contesti rurali che per quelli urbani. Il Cilento ha rischiato, negli ultimi 40 anni, di perdere del tutto la sua agricoltura e il suo tessuto artigianale. Ma l’attrattività di un territorio sta nella sua capacità di restare fedele a se stesso, e non in quella di consegnarsi alle speculazioni”. “La definizione di un modello originale di turismo è una strada da imboccare velocemente –  afferma Matera – Questo è infatti uno dei settori produttivi più importanti per il benessere delle nostre comunità. In questo  senso, il Cilento è il territorio ideale per promuovere una necessaria innovazione di paradigma turistico e di qualità dello stile di vita. In Regione stiamo lavorando per definire e implementare un discorso di sistema-Campania, per mettere in rete i punti di forza: il turismo balneare, certo, ma pure quello culturale, vale a dire sociale e sostenibile, sul quale riflettiamo oggi, e ancora quello religioso, quello scolastico, quello verde, il collegamento tra i siti Unesco, come Velia e Paestum, da mettere in connessione con Pompei e la stessa città di Napoli. E infine l’area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, la cui unità omogenea ha difeso questi territori dalle speculazioni e che è già oggetto di una strategia che riguarda le aree interne di respiro nazionale”. 

Questa nuova iniziativa sul turismo culturale – conclude Petrillo – ci piace molto per tre diversi motivi: innanzitutto è un progetto autenticamente politico, perché non si accontenta di risolvere i piccoli problemi locali ma, rimanendo dentro il locale, punta a rovesciare i paradigmi globali di uno sviluppo distruttivo e insostenibile. Poi, è un progetto necessario e irrimandabile, e lo dico da “sociologo dei disastri” ambientali, come la Terra dei Fuochi, ad esempio. Il terzo motivo è il modo con il quale si intende realizzare la mission del Manifesto: un modo autenticamente democratico, perché la vera democrazia non è uno strumento, ma è già il contenuto della trasformazione”.