ARTECINEMA, da New York a Johannesburg, i Film sull’Arte Contemporanea approdano a Napoli

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di Fiorella Franchini

Torna dall’11 al 14 ottobre Artecinema, il Festival Internazionale di Film sull’Arte Contemporanea, a cura di Laura Trisorio, giunto alla sua 23ª edizione. Inaugurazione al Teatro San Carlo e, nei giorni successivi, proiezioni presso il Teatro Augusteo di Napoli, dalle ore 16 alle 24 con ingresso gratuito. Attraverso 25 documentari sui maggiori artisti, architetti e fotografi del mondo, il pubblico potrà comprendere la poetica della creatività, vederla al lavoro negli atelier, conoscere l’evoluzione dei linguaggi dell’arte contemporanea. Un format collaudato, riconosciuto in ambito internazionale, che mette insieme, spettacolo e ricerca, immagine e poesia trasformandosi in esperienza filosofica, poiché, usando mezzi di comunicazione diversi, offre delle letture interpretative che vanno sempre oltre il mero fatto artistico. Un cinema che permette di vedere l’invisibile, la nudità dell’ispirazione, dei sentimenti, delle ossessioni, quell’agire solitario e personale del quale difficilmente riusciamo a intravedere gli orizzonti. Una forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile; è il “cineocchio” che illustra il mondo dell’artista, lo libera, da oggi e per sempre, dall’immobilità umana, lo avvicina e se ne allontana, striscia sotto di essi, si muove a fianco a fianco, si leva in volo, precipita e risale, ne asseconda la libertà.
Tutti i film saranno proiettati in lingua originale con traduzione simultanea in cuffia e molti dei registi interverranno personalmente per presentare le produzioni la cui sinossi, insieme a brevi biografie e testi critici saranno pubblicati in un catalogo in italiano e inglese.
Questa 23ª edizione approfondirà la fervente atmosfera artistica della New York degli anni Ottanta attraverso film dedicati a Jean-Michel Basquiat, Julian Schnabel, Robert Mapplethorpe e la scena artistica di metropoli come Berlino e Johannesburg.
Considerati spesso il decennio del disincanto e della superficialità, gli anni ‘80 hanno avuto un loro modo di fare politica in un’esplosione di colori e figure, dove l’arte non è stata solo esperienza visiva, ma si è combinata con la musica, il cinema e la letteratura, nel momento in cui gallerie e mercato internazionale decretavano il clamoroso successo del ritorno alla pittura. Le strade di New York offrivano infinite possibilità, facevano da alternativa alla pura esperienza artistica, rendendo il senso di un tempo e di un momento storico in cui “fare’ arte, praticare l’arte, consumare l’arte” erano tutte espressioni di una vita eccitata, onnipotente senza complicazioni e limiti estetici. Tra storie di eccessi, trasgressione e mondanità, i protagonisti del vivacissimo clima artistico della Grande Mela sono artisti come Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Francesco Clemente, Keith Haring, Julian Schnabel e Jeff Koons.
Sarà David Shulman, in anteprima italiana, con BASQUIAT: RAGE TO RICHES, a raccontare la vivace atmosfera newyorchese e la storia dell’artista attraverso interviste esclusive alle sue due sorelle Lisane e Jeanine, di cui non si hanno testimonianze precedenti, ai suoi amici più intimi, ai suoi amanti, e agli artisti e ai galleristi che l’hanno frequentato. Pappi Corsicato, invece, con L’ARTE VIVA DI JULIAN SCHNABEL proporrà la storia personale e la carriera pubblica del celebre artista e regista dagli esordi della sua vita professionale, nella New York City di fine anni Settanta, all’ascesa negli anni Ottanta, fino al grande successo. Il documentario descrive l’approccio estroverso e anticonvenzionale di Schnabel nei confronti del lavoro e della vita: l’amato pigiama di seta, la dimora di Montauk a Long Island e quella nel palazzo in stile veneziano nel West Village di Manhattan.
Con l’inglese Adam Low THE TRIUMPHS AND LAMENTS OF WILLIAM KENTRIDGE, seguiremo l’artista sudafricano William Kentridge a Roma mentre prepara il grande fregio lungo le sponde del Tevere e a Johannesburg, sua città natale e fonte di ispirazione per i magici film di animazione che lui stesso disegna a mano. Cresciuto sotto l’apartheid, Kentridge ha assistito alla transizione verso una democrazia multirazziale e la sua arte riflette la turbolenta storia politica del Sud Africa. Per la sua esistenziale necessità di ricerca, di denuncia, di novità e di rinnovamento “e per la sua caratteristica irrinunciabile di spettacolo di massa” il cinema ha anche responsabilità educative e il Festival ribadisce il proprio impegno nel sociale lavorando in sinergia con le istituzioni cittadine, la scuola, l’Università, L’Accademia di Belle Arti, le carceri, sia nei temi sia con proiezioni dedicate.
Il Cinema e l’Arte come mito ma, soprattutto, come momento di riflessione. Fenton Bailey, Randy Barbato, con MAPPLETHORPE: LOOK AT THE PICTURES offrirà il ritratto di uno degli artisti più controversi del XX secolo che ha fotografato il sesso maschile, la nudità e il fetish, portando il suo lavoro ad essere ancora etichettato da alcuni come “pornografia mascherata da arte”, proponendo spunti importanti, così come la cilena Paula Rodriguez Sickert, Cile, che in JAAR, LAMENT OF THE IMAGES racconterà l’attività artistica di Alfredo Jaar che considera l’arte come “l’ultimo posto in cui regna la libertà” e fa del suo lavoro un atto di resistenza. Il film mostra il processo creativo delle sue opere che affrontano importanti problematiche quali l’immigrazione al confine tra Messico e Stati Uniti, il genocidio in Ruanda, il colpo di stato militare in Cile. Ripercorriamo alcune delle sue principali mostre in Finlandia, a Venezia, a Buenos Aires, a Santiago del Cile e New York accompagnati da una colonna sonora opera di suo figlio Nicolas Jaar, uno dei musicisti più influenti nel mondo dell’elettronica.
Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito www.artecinema.com, intanto, appuntamento a giovedì 11 ottobre al Teatro San Carlo per l’inaugurazione in compagnia di SOUNDINGS 2018, una metafora politica che viaggia per i mari, un lavoro sul concetto di lontananza che indica percorsi visivi e sonori ed è progettato attorno a Cardiologia, la canzone che Francesco De Gregori rivisita e ritrascrive in dialogo con le “partiture di luce” dell’artista Lucia Romualdi.
Cinema e Arte, insieme ancora una volta, per accendere i riflettori sull’umanità che sogna, che crea, che spera nella forza delle idee.