Torna visibile, dopo un complesso restauro sostenuto dal ministero della Cultura , la tela raffigurante la Presentazione della Vergine al Tempio di Massimo Stanzione: il 19 dicembre (ore 16.00) sarà presentata al pubblico nella Sala Carbonara del Palazzo Reale di Napoli. Il dipinto, datato al 1618 e originariamente parte del ciclo decorativo del soffitto ligneo della chiesa dell’Annunziata di Giugliano in Campania, è stato restaurato grazie ai fondi della programmazione triennale dei Lavori Pubblici 2022-2024. La tela sarà esposta negli spazi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli in occasione delle giornate di valorizzazione del 21, 22 e 28 dicembre, offrendo al pubblico l’opportunità unica di ammirare l’opera restaurata prima del suo ritorno nella sede originaria nella chiesa dell’Annunziata di Giugliano in Campania. «La Presentazione della Vergine al Tempio, uno dei primi incarichi pubblici di Stanzione, testimonia il legame privilegiato tra l’artista e il territorio di Giugliano – si spiega in una nota -. La tela, parte di un ciclo pittorico dedicato alla vita della Vergine che vide coinvolti anche gli artisti Giovan Vincenzo Forlì e Giovan Antonio D’Amato, si distingue per la raffinatezza compositiva e l’intensità narrativa che riflettono le influenze della tarda Miniera napoletana e del Naturalismo caravaggesco. Rimossa dalla chiesa nel 2001 per motivi conservativi, l’opera era rimasta nei depositi della Soprintendenza, in attesa di interventi conservativi. Il restauro ha permesso di risolvere complesse criticità conservatrici, restituendo all’opera la sua forza narrativa nonostante le lacune nel tessuto pittorico». «La Presentazione della Vergine al Tempio rappresenta un capitolo straordinario della pittura napoletana del Seicento e un esempio paradigmatico di come la sinergia tra ricerca, tecnica e passione possa restituire vita a un’opera d’arte – sottolinea Mariano Nuzzo, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli – Questo progetto riafferma la centralità della tutela come missione culturale e civile, offrendo al pubblico l’opportunità di riscoprire un grande maestro del passato e un legame profondo tra arte, territorio e comunità”.