Ariane e Vega futuro tra le stelle

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A cura di Roberto Paura Prospettive molto positive per l’industria spaziale italiana sono emerse dall’ultima ministeriale dell’Esa, chiusasi in Lussemburgo martedì. La conferenza che riunisce i ministeri responsabili delle attività spaziali degli A cura di Roberto Paura Prospettive molto positive per l’industria spaziale italiana sono emerse dall’ultima ministeriale dell’Esa, chiusasi in Lussemburgo martedì. La conferenza che riunisce i ministeri responsabili delle attività spaziali degli Stati membri dell’agenzia spaziale europea hanno definito i programmi dei prossimi anni e diverse decisioni riguardano l’Italia, che contribuisce al budget Esa con circa 400 milioni di euro l’anno. Disco verde, in particolare, per la realizzazione dell’Ariane 6, la nuova versione dello storico vettore europeo di accesso allo spazio. Il nuovo vettore entrerà in attività dal 2020 in sostituzione dell’attuale Ariane 5 per l’immissione in orbita di satelliti commerciali e scientifici. Il motore dell’Ariane 6 nasce in Italia, dagli stabilimenti Avio di Colleferro. Uno dei suoi razzi ausiliari sarà infatti spinto dal nuovo P120, motore a propellente solido alla base anche del Vega C. Alla ministeriale Esa si è infatti deciso di realizzare anche la nuova versione del vettore Vega, totalmentemade in Italy, il più leggero della famiglia dei lanciatori europei. Il Vega C sarà operativo dal 2018 per il lancio di piccoli satelliti in orbita. Via libera anche alla missione ExoMars, che porterà un orbiter intorno a Marte nel 2016 e farà scendere un lander nel 2018 per la ricerca di forme di vita. ExoMars vanta una forte presenza italiana: il rover è in costruzione agli stabilimenti Thales Alenia Space di Torino e molti dei componenti di missione sono prodotti dall’Istituto Nazionale di Astrofisica.