Archeologia, nel Catanese trovato un forno per ceramiche del IV secolo a.C.

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Nel territorio di Castiglione di Sicilia al confine con quello di Randazzo è stato portato alla luce un complesso sistema di cottura della ceramica. È il risultato della seconda campagna di scavi archeologici in contrada Acquafredda-Imbischi, avviata il 10 settembre scorso e i cui risultati sono stati resi noti in queste ore, nell’ambito di una sinergia tra l’ateneo catanese, la Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Catania e la collaborazione del Comune castiglionese. A guidare le campagne di scavi Eleonora Pappalardo, docente di archeologia classica del Disfor, per l’Università di Catania, e Angela Merendino per la Soprintendenza. “Le ricerche hanno dato risultati inattesi e di estrema rilevanza nel generale panorama archeologico siciliano. Le strutture murarie emerse l’anno scorso, infatti, si sono rivelate parte di un complesso sistema di cottura della ceramica, composto da una fornace in buono stato di conservazione, connessa ad un grande ambiente rettangolare funzionale alle diverse fasi di lavorazione”, ha spiegato Pappalardo. “La fornace ha un diametro di quasi due metri e presenta intatto il canale di sfiatamento – aggiunge la docente -. Benché lo scarso spessore del piano di campagna abbia determinato la rimozione dei settori superiori delle murature da parte dei mezzi agricoli, è perfettamente ricostruibile nel suo schema planimetrico. Essa si connette ad un ampio vano rettangolare, probabilmente coperto da una tettoia, all’interno del quale sono stati rinvenuti gli “scarti”, costituiti da ceramica ipercotta, estremamente utili a ricostruire le tipologie vascolari in uso nel IV sec. a.C. nell’area di ricerca”. “Il ritrovamento di questa struttura conferma l’importanza dell’area, com’era già emerso durante le precedenti campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza sotto la direzione di Francesco Privitera negli anni’90, e colloca il sito di CASTIGLIONE in una posizione di estrema rilevanza nel panorama della Sicilia orientale di IV secolo», ha aggiunto Merendino della Soprintendenza di Catania.