La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli, in stretta collaborazione con la Direzione Regionale Musei Campania, il Comando Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli e il Comando Carabinieri Nucleo Subacqueo di Napoli, ha recuperato preziose evidenze archeologiche nel mare dalla Grotta Azzurra sull’isola di Capri (NA).
All’operazione hanno preso parte il Soprintendente Mariano Nuzzo insieme al funzionario archeologo responsabile della tutela, dott. Luca di Franco, e ai referenti per l’archeologia subacquea, dott.ssa Simona Formola e l’assistente tecnico Carlo Leggieri; per la Direzione regionale Musei Campania erano presenti il direttore del Museo della Grotta Azzurra dott. Pierfrancesco Talamo e la dott.ssa Luana Toniolo. La collaborazione sinergica tra le istituzioni coinvolte ha reso possibile un intervento efficace e coordinato per il recupero di questi importanti reperti, che contribuiranno alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio archeologico locale.
Dopo un’attenta indagine condotta in seguito a segnalazioni pervenute alla Soprintendenza nel corso degli anni e allo studio approfondito della documentazione d’archivio, la Soprintendenza ha deciso di eseguire rilievi sul fondale della Grotta Azzurra, che in antico era un sontuoso ninfeo imperiale, legato alla soprastante villa romana di Gradola, i cui resti sono ancora ben visibili anche da mare. I nuovi rilievi hanno permesso di individuare sul fondale alcuni blocchi in pietra lavorata, presumibilmente parte dell’arredo scultoreo del ninfeo imperiale.
Nel 1964 e nel 1975 il Soprintendente Alfonso de Franciscis aveva già recuperato cinque statue e numerosi frammenti che rappresentavano Nettuno e il suo corteo composto di mostri marini, i Tritoni. La scoperta fu salutata da tutti i giornali dell’epoca e il recupero fu acclamato da una grande folla. Le cinque sculture sono oggi esposte all’interno del Museo della Grotta Azzurra presso la Casa Rossa di Anacapri, fruibili attraverso un rinnovato allestimento realizzato dal Ministero della Cultura e dal Comune di Anacapri.
Il 5 febbraio 2024 è stata riallacciata il filo di questa lunga e bellissima storia: partiti dal porto di Napoli con la motovedetta dei Carabinieri del Nucleo Subacquei di Napoli, il Soprintendente Nuzzo e i funzionari del Ministero della Cultura sono salpati alla volta di Capri. Davanti alla Grotta Azzurra i sommozzatori hanno individuato uno dei reperti scultorei già individuati dagli archeologi della Soprintendenza, parte di una statua in marmo, e grazie a due palloni hanno portato il blocco fuori dalla grotta attraverso l’apertura posta a circa 3 m di profondità. Da qui il reperto è stato issato sulla motovedetta e portato al porto di Capri. Grazie al supporto e alla sempre proficua collaborazione con il Comune di Capri e di Anacapri il reperto è stato trasportato temporaneamente nel palazzo del Municipio in attesa di essere portato presso i depositi della Certosa di San Giacomo, dove sarà restaurato, studiato e infine valorizzato. Il recupero effettuato è relativo ad un blocco sagomato, forse pertinente ad una base di statua.
Così il Soprintendente Mariano Nuzzo: “La tutela dei siti archeologici di Capri insieme allo studio e la ricerca sono il primo passo verso la migliore valorizzazione del patrimonio culturale, per tutti fruibile e accessibile”.
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli esprime gratitudine alla collaborazione dei partner coinvolti e riafferma il proprio impegno nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio archeologico della città metropolitana.