Archeologi, è morto Muscarella: denunciò il furto del Cratere di Eufronio

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L’archeologo statunitense Oscar White Muscarella, che ha sostenuto a gran voce che i collezionisti di antichità e i musei – tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, suo storico datore di lavoro – alimentavano il mercato dei falsi e incoraggiavano il saccheggio dei siti archeologici, è morto nella sua casa di Filadelfia all’età di 91 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato al “New York Times” dal figlio Lawrence, che ha dichiarato che la causa del decesso è da ricercarsi nelle complicazioni di un linfoma, di una malattia vascolare e del Covid. Muscarella ha trascorso decenni nel Dipartimento di arte del Vicino Oriente antico del Met, partecipando a scavi in Iran e Turchia e scrivendo decine di articoli scientifici e cataloghi, oltre a diversi libri. Ma il suo incarico al Met, iniziato nel 1964, divenne controverso all’inizio degli anni Settanta, quando lanciò un allarme sulle pratiche di acquisizione del museo, in particolare sull’acquisto di pezzi di origine poco chiara. Fu Muscarella per primo a denunciare che il cratere di Eufronio era stato rubato dai tombaroli e perciò il Met lo doveva restituire all’Italia, cosa che poi è avvenuta nel 2008. Muscarella fece della verità intorno al cratere di Eufronio un simbolo della lotta contro i “predatori dell’arte”. Nel 1978 fece notizia un suo documento che identificava 247 oggetti o gruppi di oggetti in vari musei come falsi o di provenienza sospetta. Lo studio provocò forti reazioni, tra cui quella di Sherman Lee, direttore del Cleveland Museum of Art.
“Sono contrario a tutti gli acquisti di arte antica da parte dei commercianti. Se gli oggetti sono autentici, stiamo comprando arte saccheggiata; se sono falsi, stiamo comprando dei falsi. E il pubblico paga per questi falsi o per queste tangenti a saccheggiatori e funzionari pubblici”, disse all’epoca l’archeologo in un’intervista al “New York Times”. Muscarella vedeva commercianti, falsari, saccheggiatori, collezionisti privati e musei come legati in un sistema che si auto-perpetua e danneggia. I prezzi elevati pagati da musei e collezionisti avrebbero incoraggiato la falsificazione e il saccheggio dei siti archeologici. Le sue posizioni e le sue parole forti valsero a Muscarella molti nemici, tra cui Thomas Hoving, direttore del Met dal 1967 al 1977. Muscarella passò gran parte degli anni Settanta a respingere i tentativi di Hoving di licenziarlo, intentando diverse azioni giudiziarie e ottenendo alla fine, nel 1977, una sentenza da parte di un mediatore che pose fine al procedimento legale. Nel 1978 venne nominato ricercatore senior, carica che ha mantenuto fino al pensionamento nel 2009. Un punto dolente della sua vertenza riguardava un vaso di 2.500 anni fa, noto come il cratere di Eufronio, che il Met aveva acquistato nel 1972 tramite un intermediario di nome Robert Hecht, che aveva una reputazione poco chiara e che diceva di rappresentare un collezionista armeno. Il dottor Muscarella fu tra coloro che criticarono subito il Met per aver acquistato un pezzo di dubbia provenienza, peraltro pagato per circa 1 milione di dollari, una cifra enorme per l’epoca. Per anni i funzionari italiani del ministero dei Beni culturali hanno sostenuto che il vaso era stato rubato da tombaroli da una tomba a Cerveteri. Nel 2008, con grande clamore, il Met lo ha infine restituito all’Italia.