Approfondimenti ASviS, aumentare il benessere dei dipendenti è la soluzione di molti problemi sociali

(screen da sito ASviS)

Si riporta di seguito il testo integrale di Remo Lucchi, Presidente advisory board Eumetra, apparso sul sito ASviS il giorno 22 luglio 2024.

Preoccupa il fatto che nessun ente pubblico si stia occupando del distacco dalle tematiche di sostenibilità. L’occuparsi del benessere dei dipendenti valorizza professionalità e risultati aziendali.

I segnali di tensione si stanno aggravando, senza indizi di rimedi. Parliamo della crescita delle tensioni sociali, a seguito dell’aumento delle contrapposizioni. Le variabili innescanti hanno a che fare con la delusione delle proprie prospettive di benessere, e con il conseguente aumento della centratura della propria esistenza su di sé. Ne consegue una sorta di naturale contrapposizione con gli altri. E tanto più le attese di benessere non sono soddisfatte, anzi, tanto più gli egocentrismi aumentano, e l’etica ed il rispetto e le relazionalità positive si contraggono.

Ci siamo più volte occupati di questo tema. Ricordiamo brevemente gli elementi innescanti:

  • In questi ultimi tre lustri, con forte progressione la grande maggioranza delle giovani generazioni che sono entrate nell’adultità, hanno decisamente più studiato che in passato: nella quasi totalità hanno acquisito un’istruzione medio-superiore; ben pochi, però, si sono laureati;
  • Quindi individui cresciuti culturalmente, e con forte desiderio di protagonismo e di partecipazione; con massima centratura su di sé: avendo interrotto la formazione culturale, la componente dell’etica, e del rispetto degli altri – frutto della cultura – non si è più di tanto sviluppata;
  • Ma contemporaneamente il contesto economico ha avuto progressivi problemi – innescati dalla globalizzazione, e dalle ripetute crisi finanziarie – e buona parte di queste nuove generazioni sono “cadute” nel precariato, con elevata perdita di percezione di benessere rispetto alle attese. Forti delusioni, rispetto alle aspettative di protagonismo, che ha provocato – come si è accennato – arrabbiature, centrature su di sé, populismo, contrapposizioni;
  • E stante la continuità di queste problematiche, la progressiva contrazione della percezione di benessere e l’aumento della centratura su di sé hanno provocato un distacco progressivo anche verso tutte le problematiche della Sostenibilità (del futuro degli “altri” non si ha interesse).

Situazione sociale non accettabile
Il progressivo distacco da tutte le problematiche di sostenibilità non è ovviamente accettabile: all’interno dei segmenti che hanno attivismo sociale, ormai la maggioranza sta assumendo questa posizione di allontanamento da queste problematiche sociali. Problematiche che hanno a che fare peraltro un po’ con tutti gli Obiettivi dell’Agenda 2030, sia connessi con l’ambiente, che con il rispetto degli altri, le problematiche di inclusione, di aiuto. Tutti temi che hanno a che fare con la vita futura. In altri termini: siamo di fronte a una situazione non accettabile.

Quello che preoccupa è che nessuna entità pubblica sta facendo diagnosi di questa situazione, e quindi nessuno si sta preoccupando delle conseguenze.

Si osserva che sul tema della sostenibilità sono state poste alle aziende produttrici delle regole da rispettare, soprattutto per quanto riguarda le conseguenze per l’ambiente. Ma quand’anche tutte le aziende si comportassero bene, se la maggioranza degli individui consumatori avesse – come in effetti ha – atteggiamenti di noncuranza, a seguito della centratura su di sé per disagi da assenza di percezione soddisfacente di benessere, i problemi certamente non verrebbero risolti.

Il sistema economico e la percezione di benessere (nel contesto sia lavorativo che privato)

Quindi il problema da risolvere ha a che fare con la percezione di benessere: fare in modo che si percepisca una soddisfazione crescente.

Nei confronti del sistema economico c’è una forte attesa di aiuti per una soluzione di questo tipo. In effetti non ci si aspetta altro che le aziende – oltre a fare bene il loro classico mestiere di far bene prodotti e servizia prezzi corretti – si assumano aggiuntivamente della responsabilità sociale, per trovare soluzioni di rimedio a questi problemi. Non si vedono altre soluzioni.

Ed in effetti fra le varie attese, quella più elevata è che le aziende si pongano l’obiettivo di promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, psicologico e sociale dei propri dipendenti.

L’occuparsi del benessere dei propri dipendenti, in tutte le manifestazioni della propria esistenza, private e professionali, è in realtà il metodo più efficace per raggiungere i due obiettivi fondamentali:

  1. Avere dei ritorni professionali particolarmente interessanti per l’azienda, sia per l’incremento della formazione, sia per la gratitudine per l’investimento;
  2. Fare in modo che i dipendenti percepiscano un significativo incremento del proprio benessere nella propria vita complessiva, non solo professionale, ed assumano un atteggiamento sociale meno egocentrico, e più etico. Di conseguenza, con atteggiamenti decisamente più disponibili verso le problematiche della sostenibilità.

Nell’occuparsi del benessere dei propri dipendenti, si deve tenere conto dell’insieme di tutte le manifestazioni della propria esistenza: il benessere fisico, quello relazionale, quello economico, quello professionale.

Per raggiungere quindi il benessere complessivo – che è quello che conta – bisogna agire in tutte le direzioni, e verificare poi gli esiti degli interventi di sostegno posti in atto.

Dal punto di vista operativo si deve procedere in due momenti, uno ex ante ed uno post rispetto agli interventi:

  • Ex ante: prima dell’avvio degli interventi è necessario fare una corretta diagnosi dello “status quo” di ogni individuo, su tutte le aree tematiche che hanno un potenziale attivismo nel determinare il benessere. Si tratta ovviamente di analizzare per ciascuno la posizione verso tutti gli ingredienti che hanno a che fare con l’area professionale; ma anche di esaminare la posizione verso tutte le aree che hanno a che fare con la vita privata. E ciò per due ovvi motivi:

– Per ottimalizzare tutte le aree di intervento destinate all’obiettivo di benessere complessivo, professionali connesse a tutti gli aspetti attivi della vita privata;

– Per fare una corretta misurazione – attraverso una ricerca -, ed avere una affidabile valutazione del punto di partenza, prima dell’avvio degli interventi (per poi fare confronti).

  • Post: dopo un periodo sufficientemente prolungato di interventi, è necessario fare una verifica dello status raggiunto, conducendo la stessa analisi fatta ex ante (ricerca identica), su entrambe le aree analizzate, quella professionale, e quella cosiddetta “privata” (e fare confronti).

Le variabili da analizzare possono ovviamente essere diverse da azienda ad azienda:

  • Per le variabili professionali: in dipendenza del settore, delle dimensioni dell’azienda, dei ruoli dell’individuo, della sua anzianità professionale, della località geografica;
  • Per le variabili “private”: in dipendenza dell’età, della cultura, dello status familiare (ma anche del settore aziendale, delle dimensioni aziendali, del ruolo, della distanza dall’Azienda in cui lavora…).