Apple, nel Museo di Capodimonte esperimento pilota per sviluppatori d’app: corso per 25 allievi

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Per la prima volta in assoluto, Apple entra in un museo per formare i futuri sviluppatori di app. L’esperimento partirà l’8 aprile nelle sale dei Manifesti Mele del Museo e Real bosco di Capodimonte, in virtù di un accordo che coinvolge anche l’università Federico II di Napoli. Il corso tenuto dai docenti della Apple developer academy, inaugurata nel 2006 nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, sarà gratuito e rivolto a 25 allievi dell’Accademia di Belle arti di Napoli e dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Durante le cinque settimane di lezione, i ragazzi saranno introdotti alla programmazione di app sia su smartphone e che su smartwatch Apple, per avvicinarsi al coding e alla parte creativa della programmazione. “In una fase iniziale – spiega Giorgio Ventre, direttore del dipartimento di Informatica e responsabile del progetto Apple Academy – con il foundation program abbiamo pensato di coinvolgere gli studenti dell’Accademia di Belle che seguono percorsi formativi orientati al digitale. Poi abbiamo allargato il campo agli allievi dell’Accademia aeronautica, interessata alla metodologia innovativa di insegnamento che si usa nell’Academy, il challenge base learning”. In ottica futura il progetto sara’ esteso alle scuole della Campania, per reclutare futuri candidati per l’Academy di San Giovanni. “E’ l’inizio di una rivoluzione culturale che ha al centro la digitalizzazione – sottolinea il direttore di Capodimonte, Sylvain Bellenger – e il sito museale vuole essere in prima linea in questo processo”. Il rettore della Federico II, Gaetano Manfredi, legge il tema della contaminazione come “la grande sfida del momento. Tutti i grandi atenei del mondo stanno seguendo la strada del contatto tra le discipline tecnologiche e quelle umanistiche e noi siamo ben orientati in questa direzione”. Per Giovanni Lombardi del gruppo Tecno, che ha finanziato il restauro delle sale dei Manifesti Mele, “il digitale impatta su tutti gli ambiti ed e’ importante soprattutto per consentire al Sud di superare i gap storici”.