Apple, l’Accademia vista dal Prof: Qui la creatività non ha limiti

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l percorso dell’iOs Developer Academy, la scuola per sviluppatori di app promossa dalla Apple e dall’Università “Federico II” a Napoli, è in dirittura d’arrivo. Concluse le selezioni da cui sono venuti fuori i duecento studenti della scuola, i quindici docenti stanno terminando un corso intensivo di formazione. Giovedì prossimo l’Academy apre i battenti nel Polo universitario di San Giovanni a Teduccio. Non ci sarà il ceo di Apple Tim Cook, che tuttavia ha fatto sapere che sarà presto a Napoli. Grande la curiosità per quello che non sarà un corso di studi come quelli che siamo abituati a conoscere. Stefano Perna, 37 anni, Napoli, laurea in Scienze della Comunicazione, esperto in media digitali e design, è uno dei docenti della scuola. Con gli altri colleghi sarà protagonista di un’esperienza didattica innovativa e unica nel suo genere.

Professor Perna, come sarà l’insegnamento della iOS Developer Academy?
Si tratta di metodi sicuramente innovativi. Si mette da parte la classica concezione della lezione frontale a favore di un affiancamento dello studente in attività laboratoriali. Si mira senza dubbio a un sapere che abbia un riscontro pratico.
In questi giorni voi docenti siete impegnati in un periodo di formazione.
Anche noi ci troviamo di fronte a un mondo nuovo, non dimentichiamoci che questa scuola rappresenta un unicum in Europa. Quello che posso dire è la grande attenzione riservata alla creatività applicata alla tecnologia, una qualità fondamentale per chi si avvicina a questi studi. Un altro aspetto da sottolineare è una didattica orientata al lavoro di squadra.
Secondo lei perché la Apple ha scelto Napoli e cosa può dare questa esperienza alla città?
Al di là dell’entusiasmo iniziale, si può dire senza ombra di dubbio che sul territorio c’è un humus ricco di intelligenza e creatività che può dare tanto in questo campo. Quanto alle effettive ricadute sull’occupazione o su una spinta all’innovazione a Napoli, è prematuro sbilanciarsi. Una cosa la si può dire però: circoleranno idee, energie, sapere, e questo sicuramente porterà dei benefici alla città.
Come immagina i suoi studenti?
C’è grande curiosità da questo punto di vista. Non ho un prototipo in mente. Per ora è una lista di nomi. Nei prossimi mesi ognuno di questi nomi rivelerà la sua storia e le sue vocazioni. E noi saremo lì per stimolarle e consolidarle. Mi auguro una grande diversità, che è sempre una ricchezza.