Appalti e gare telematiche
Il piano di Asmel in Senato

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Abolizione integrale dell’attuale codice degli appalti e obbligo di utilizzo delle piattaforme telematiche per le centrali di committenza, “un sistema molto più efficace di mille norme Abolizione integrale dell’attuale codice degli appalti e obbligo di utilizzo delle piattaforme telematiche per le centrali di committenza, “un sistema molto più efficace di mille norme ‘anticorruttive’, nel garantire trasparenza e tracciabilità delle procedure”. Sono le due proposte lanciate da Francesco Pinto, presidente di Asmel, associazione che riunisce oltre duemila Enti locali, nel corso di un’audizione alla Commissione Lavori Pubblici del Senato riunita in vista dell’esame del disegno di legge sul recepimento delle direttive comunitarie in tema di appalti e concessioni.“Il recepimento delle disposizioni legislative, contenute nelle tre direttive europee – spiega Pinto – andrebbe effettuato semplicemente abrogando il codice degli appalti e il suo regolamento e trascrivendo le direttive nel nuovo testo affinché diventino legge delle Stato italiano”. Il Codice L’attuale Codice degli appalti è un testo di legge composto da 273 articoli, 1.560 commi e corredato da rinvii ad altre 148 norme di legge. Dal 2006, data della sua entrata in vigore, gli articoli che lo compongono hanno subitomodifiche per 563 volte senza contare quelle entrate in vigore per un periodo limitato nei decreti legge che poi non hanno trovato conversione. Al Codice vanno aggiunti il Regolamento attuativo, con i suoi 358 articoli e 1.392 commi, e i Regolamenti regionali, anch’essi con valore di legge. Infine, le Stazioni appaltanti sono chiamate anche ad uniformarsi alle norme sulla Privacy, sui “protocolli di integrità”, “patti di legalità”, e sul programma triennale anticorruzione, oltre a tutta la normativa sui procedimenti amministrativi. “L’esperienza italiana – spiega Pinto – dimostra che una normativa eccessivamente puntuale, dirigista e prescrittiva produce soltanto obblighi ed adempimenti di natura formale in grado di appesantire le procedure rendendo difficile il raggiungimento della qualità del risultato. Procedure eccessivamente farraginose e macchinose contrastano i principi di trasparenza e di parità di accesso, favorendo gli operatori in grado di “investire” nella complessa produzione di “carte”, marginalizzando i più piccoli e determinando di fatto una opacità amministrativa in grado di coprire talvolta irregolarità ed illegalità”. La centrale di committenza Quanto agli effetti positivi dell’obbligo di gare telematiche, Pinto cita l’esperienza della Centrale di committenza Asmecomm che “ha mostrato, nei suoi primi due anni di vita, come le piattaforme telematiche abbiano prodotto, oltre a drastiche riduzioni dei tempi di conclusione delle procedure e del contenzioso, anche la scomparsa delle “buste fotocopia”, autentica piaga nelle regioni più esposte alle infiltrazioni malavitose”. Rischi, dice Pinto, che “Asmel sta contrastando proprio grazie ad una delle Centrali di committenza più produttive del Paese che ha già raggiunto numeri impressionanti: oltre 900 Enti Locali aderenti in 16 diverseRegioni italiane, oltre 2.400 gare bandite su piattaforma telematica (per un importo complessivo di 600milioni di euro) nei primi 24 mesi di attività e 45 giorni di media per l’aggiudicazione delle gare”.