Antro 2024. Gran finale tra sibille, oracoli e “Menecmi”

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(da ufficio stmapa)

L’ultima settimana di programmazione di Antro – Il Festival del Parco archeologico dei Campi Flegrei – “Mens agitat molem” (“La mente muove la materia”)finanziato dalParco archeologico dei Campi Flegrei e realizzato grazie al contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo, diventa più intensa e nella piazza d’Armi del Castello aragonese di Baia arrivano quattro appuntamenti di teatro, musica e danza; e la conferenza Immagini e segni fonetici nella ‘più antica scrittura d’Europa’ di Matilde Civitillo – Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ (giovedì 12 settembre, alle 18.30 – ingresso gratuito).

Si comincia mercoledì 11 settembre, alle 21 con Commedia&Arte. Teatro, improvvisazione e coinvolgimentocon Markus Kupferblum e le sue maschere, a cura della Fondazione Canto di Virgilio in collaborazione con Domus Ars e Pluriverso Accademia del fuoco. Markus Kupferblum dirige, recita, insegna e scrive. Nel corso delle rappresentazioni utilizza una variegata serie di maschere, sia “mute”, che non consentono all’attore l’uso della parola (come le maschere di Basilea, completamente bianche, che coprono il volto interamente) che mezze maschere, come quelle Balinesi o quelle della Commedia dell’Arte, che lasciano la bocca libera e quindi consentono di parlare. Caratteristica essenziale di queste rappresentazioni è l’utilizzo dell’improvvisazione, che comprende anche la sollecitazione rivolta al pubblico, invitato a lasciarsi coinvolgere non solo come spettatore, ma anche come partecipante al “gioco”.

Venerdì 13 settembre, alle 21, in palcoscenico arriva Sibille: oracoli e divinazioni in forma moderna di Marina Rippa, con diciannove donne in scena e la musica dal vivo di Roberta Giannattasio, a cura dell’associazione Femminile plurale. Le diciannove donne saranno in scena ciascuna col proprio oggetto magico e divinatorio, legato ad alcune tradizioni o a invenzioni. Attraverso questi oggetti e la simbologia che esprimono, le donne interagiranno col pubblico, accompagnate da una musicista e dall’alloro, pianta consacrata ad Apollo e cibo sacro delle Sibille. Una performance che porta il pubblico indietro (ma anche in avanti) nel tempo e gli offre un po’ di saggezza popolare. Mescolando sacro e profano, le Sibille in scena proveranno a rispondere alle domande segrete degli spettatori.

Sabato 14 settembre, alle 21, l’associazione ArtGarage propone Il mare che ci unisce con la coreografia di Emma Cianchi e la potente musica originale di Lino Cannavacciulo, che incoraggia, nelle tracce coreografiche, la trasformazione di alcune danze tipiche del sud Italia in dinamica e virtuosismo. Le quattro danzatrici Maria Anzivino, Pearl Hubert, Tonia Laterza e Gaia Mentoglio, con la loro presenza potente e misteriosa, attraverso le connessioni dei loro corpi tra visioni e sonorità, raccontano uno dei personaggi simbolo della storia del territorio Flegreo, la Sibilla Cumana, figura femminile tra mito e realtà che, attraverso i millenni, continua a ispirare e a ricordare che, nelle storie antiche come nella vita moderna, il ruolo delle donne è fondamentale e intrinsecamente legato alla crescita e alla trasformazione. I costumi sono di Leandro Fabbri e il set design di Alessandro SodanoIl mare che ci unisce ha debuttato a luglio 2024 al Jacob’s Pillow nel Massachusetts tra i più prestigiosi Festival Internazionali.

La quarta edizione di Antro – Il Festival del Parco archeologico dei Campi Flegrei dà l’arrivederci al prossimo anno con uno degli attori più conosciuti e amati del panorama televisivo e cinematografico italiano, capace di sedurre anche sulle tavole del palcoscenico, Francesco Montanari, che, domenica 15 settembre, alle 21.00, sarà in scena con “Menecmi” da Plauto, con la traduzione di Sacha Piersanti, l’adattamento di Arianna Mattioli e la regia di Enrico Zaccheo. Spettacolo prodotto da Savà Produzioni Creative. I Menecmi sono due fratelli gemelli, separati alla nascita, che si rincontrano dopo lunghe peripezie dando origine ad una serie di scambi di persone e – dunque – di equivoci. Quello che accade nella storia genera inevitabilmente nello spettatore un sentimento di ilarità per il carattere grottesco degli eventi ma al tempo stesso innesca un meccanismo catartico per la verosimiglianza, certo sempre relativa, combinata com’è a momenti gustosamente paradossali, delle situazioni che avvengono ai protagonisti. La commedia di Plauto è recitata sempre da un solo attore che interpreta i due personaggi.