Anticonformista, dal sound irriverente, creativo: Napoli piange Alan Wurzburger

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(foto da bacheca Facebook di Alan Wurzburger)

di Giuseppe Delle Cave

Se n’è andato un altro figlio della Napoli viscerale ed autentica: Alan Wurzburger è scomparso ieri all’età di 68 anni. Cantautore raffinato e creativo, anticonformista per davvero, irriverente nei suoi testi di denuncia sociale, Wurzburger si definiva sui social “vecchio beat, rimasto fedele al motto, la lotta è dura ma non ci fa paura”. E contro le etichette, le convenzioni e gli stigmi aveva lottato tanto, fin da ragazzo, dai tempi della band ‘I Piazza Dante’, messa su insieme a Gianni Guarracino, Nicola Napolitano e Paolo Avolio.
Diversi gli album (Alan Wurzburger, 1994; Spingole, 1997; Amour Amer, 2002; Mi fermo a guardare la luna, 2018), due i locali punti di rifermento della Napoli sonora che aveva tenuto a battesimo, Aret ‘a palma nato negli anni Duemila dalle parti di piazza Santa Maria La Nova e Bucopertuso in via Giovanni Paladino.

Contestualmente ai suoi brani più famosi (Si’ aveto mon ami, Canta guagliò, Che kaòs, Ritmo…), aveva riarrangiato grandi successi del repertorio classico partenopeo come Canzone appassiunata Spingule, convincendo anche i critici più esigenti. Un cantore originale e sincero di una città perennemente in bilico tra poesia e caos. Una Napoli che Wurzburger sapeva raccontare con la musica come pochi…