Anfia, Scudieri: Svolta elettrica, non chiediamo aiuti. Ci tartassano ma non s’investe nella mobilità del futuro

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In foto Paolo Scudieri

Le sfide dell’automotive tra storia, realtà e futuro: è il titolo dell’assemblea pubblica dell’Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) svoltasi, lunedì 25, alla presenza del capo del Governo Giuseppe Conte, nello stabilimento Fca di Melfi. Tema centrale del dibattito al quale (dopo i saluti del presidente della Regione Basilicata Vito Bardi) hanno preso parte, assieme agli associati Anfia, rappresentanti delle imprese, delle istituzioni estakeholder, è stata l’evoluzione delsettore, che si trova ad un punto di svolta.
Introducendo la discussione il presidente dell’Anfia Paolo Scudieri (dopo aver illustrato le attività associative del suo primo anno alla guida dell’Associazione) ha analizzato l’impatto dell’attuale rapida transizione industriale dal punto di vista della filiera italiana.  Soffermandosi in particolare sul processo di elettrificazione dei veicoli (che vede, tra i suoi protagonisti italiani, proprio lo stabilimento Fca di Melfi, con la prossima produzione della versione ibrida plug-in di Jeep Compass e di Jeep Renegade), Scudieri ha  voluto sottolineare che “la filiera automotive italiana non chiede aiuto, ma propone un progetto di accompagnamento alla transizione produttiva per sostenere quegli attori del tessuto industriale nazionale chiamati a reinventarsi, integrando expertise riconosciute con nuove competenze e nuove tecnologie”.

In foto Giuseppe Conte

“Il progetto – ha spiegato Scudieri – comprende anche strategie di attrazione di investimenti di aziende già leader in queste tecnologie, con l’impegno a mantenerli attraverso attività di retention. Questo per confermare il ruolo dei nostri imprenditori come player competitivi a livello globale, in un contesto caratterizzato daelementi di instabilità e minacce nello scenario geopolitico e commerciale internazionale, e garantire occupazione ai lavoratori del comparto. Il nostro settore,infatti, si caratterizza per un’elevata capacità di attivazione dell’occupazione, vistoche 10 occupati nelle imprese automotive della fase industriale sostengono 20 occupati addizionali nell’economia, ma è anche uno dei settori più tartassati in termini di carico fiscale”. Il presidente dell’Anfia ha ricordato che “nel 2018 gli automobilisti hanno versato alle casse dello stato quasi 77 miliardi di euro, il 15,8% delle entrate tributarie complessive, con una crescita dell’1,5% sui livelli già vertiginosi del 2017. Ci chiediamo quanto di questo contributo, di cui oltre 60miliardi sono legati all’utilizzo dell’autoveicolo, venga reinvestito nella decarbonizzazione dei trasporti, nel miglioramento della qualità dell’aria, nella mobilità a basse emissioni e nella transizione industriale stessa. “Insieme alle filiere industriali a noi connesse – ha detto Scudieri -, abbiamo già sviluppato una strategia di rilancio del settore ed elaborato un piano di politica industriale, identificando 5 ambitidi azione – offerta, domanda, fiscalità, regolamentazione e reti infrastrutturali – con le prime proposte di policy, che sono state presentate al Tavolo automotive istituito presso il Mise”. E infine ha precisato: “Le proposteche abbiamo portato all’attenzione del Governo non sono settoriali, ma di sistema”.

In foto Gerrit Marx

Il successivo intervento di Gerrit Marx, president, commercial & specialty vehicles,CNH Industrial, ha ricordato la leadership di Iveco nel segmento dei veicoli pesanti a gas naturale (oltre il 70% di quota di mercato in Italia) e il recente accordo con la start-up americana Nikola per la futura produzione di mezzi pesanti elettrici e a idrogeno.Prospettive importanti per un’azienda, CNH Industrial, che oggi impiega in Italia, nel solo segmento dei veicoli commerciali e speciali, 7.500 addetti in 7 centri di ricerca es viluppo e 4 stabilimenti produttivi principali. “Siamo stati i primi a credere in tecnologie che oggi sono un pilastro della mobilità sostenibile, – ha affermato Marx – come il gas naturale, e siamo di nuovo pronti a investire nelle tecnologie di domani con un approccio integrato, insieme agli altri attori della mobilità, tra cui le istituzioni, fondamentali nel promuovere e sostenere lo sviluppo delle necessarie infrastrutture. Dobbiamo essere ambiziosi e noi, come IVECO,certamente lo siamo, se pensiamo ai nostri progetti relativi ai mezzi elettrici e a idrogeno, al fine di assicurare un trasporto a zero emissioni per merci e persone, per la nostra generazione e per quelle che verranno”.

In foto Pietro Gorlier

Nella sua relazione, Pietro Gorlier, Chief Operating Officer Europe, Middle East,Africa di Fiat Chrysler Automobiles, ha delineato un quadro completo di quanto Fca sta facendo sul fronte italiano ed europeo per rispondere alle sfide che le trasformazioni nel settore dell’auto chiedono di affrontare, sottolineando che: “Lo stabilimento di Melfi rappresenta per Fca uno degli esempi più emblematici dell’evoluzione tecnologica e organizzativa che il settore automotive sta vivendo. Sono convinto che affrontandola in modo determinato e pragmatico, questa sfida possa diventare una grande opportunità per tutti. Contemporaneamente, è indispensabile che questa transizione sia sostenuta da misure che la supportino e sostengano il mercato e la produzione italiana”.
In chiusura dei lavori, è intervenuto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, parlando degli orientamenti di politica industriale assunti dal Governo. Al termine dell’Assemblea, per tutti i partecipanti sono state organizzate delle visite guidate all’interno dello stabilimento, nelle aree dell’Academy e delle linee di montaggio.

In foto Paolo Scudieri, Giuseppe Conte e Pietro Gorlier

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