Anche in natura quando non si trova soluzione a un problema può venirne fuori una farsa. Oppure una tragedia

Nel comportamento degli italiani, caratterizzato per lo più da generosità e solidarietà di sostanza, quasi mai di sola forma, talvolta compaiono delle distorsioni, paragonabili a quelli che i francesi definiscono “non sense”. Opportunamente è stato sospeso il Gran Premio di Formula 1 in programma per ieri a Imola, altrettanto si sono immedesimati nella situazione gli abitanti delle province e delle regioni limitrofe e non solo a quell’ enorme gorgo che si è formato tra la riviera e l’entroterrra romagnolo. C’è di più. Gli “angeli del fango”, così sono stati definiti subito i volontari accorsi in quelle zone disastrate, stanno agendo con entusiasmo fattivo, oltre che con l’animo di chi vuole salvare il salvabile. Tale comportamento è accompagnato anche da un occhio rivolto a ciò che avverrà dopo, non appena inizierà la ricostruzione. Quei soccorritori stanno infatti lavorando con un’ attenzione che fa pensare che non sia ancora arrivato il tempo per dire: “è tutto sbagliato, tutto da rifare”. Così diceva, a metà del secolo scorso, il campione del ciclismo Gino Bartali, riferendosi a quello sport, mentre, a dispetto di tutto e tutto, non riguarda, almeno in parte, le generazioni che succederanno a quelle attualmente operative . Anche la politica, più precisamente le istituzioni, hanno iniziato a darsi da fare immediatamente. La Premier Meloni è giunta ieri sui luoghi della tragedia, congedandosi in anticipo dalla riunione del G7 a Hiroshima. È atterrata direttamente a Forlì, senza nemmeno passare prima da casa. Del resto non poteva andare diversamente, dopo quanto era successo lo scorso inverno al largo della costa tirrenica meridionale. Quel naufragio disastroso, non paragonabile per dimensioni alla catastrofe appena verificatasi in Romagna, ma molto più pesante in termini di vittime, costituì in sostanza un episodio di gestione inadeguata di uno dei tanti naufragi che continuano a succedersi in quel mare. L’ ennesimo affondamento di una carretta del mare, carica di disperati provenienti da paesi diventati ormai invivibili per gli abitanti e non solo, ha fatto mettere in dubbio che gli italiani ci fossero quando si tratta di sporcarsi le mani. Nella circostanza attuale non solo gli stessi stanno dando buona prova di quel che valgono, quanto stanno avendo conferma di essere tenuti considerazione che meritano nel resto del mondo. A ogni modo non si può fare a meno di citare una nota non proprio in tono. È stata la nutrita manifestazione sindacale di sabato a Napoli. Essa si è concretata in una di quelle adunate che, puntata dopo puntata, cittá dopo città, la triplice & c. sta portando in tournè per tutto il Paese. La brutta vicenda dell’alto Adriatico è stata, osservata ex post, un evento che avrebbe potuto spezzare le gambe ai lavoratori delle zone interessate e non è sta scritta ancora la parola fine.. Finora è riuscito, per buona sorte, solo in minima parte. Di conseguenza, muoversi per muoversi da tutt’ Italia, sarebbe potuta essere una buona occasione buona perchè I partecipanti si fossero recati in quei luoghi. Avrebbero così impiegato ll loro tempo proficuamente impegnandosi, anche solo per il fine settimana, a dare una mano agli abitanti della zona dell’ inondazione. L’ interrogativo è chiaramente retorico, in quanto, sarà un bene o sarà un male non è dato saperlo, la posizione dei tesserati di quei sodalizi nei confronti dei rispettivi leader di turno è simile a quello adottato da alcuni contadini di tanto tempo fa. Gli stessi vivevano in un conglomerato di masserie e la loro guida era tale Zio Titta, al secolo Giovambattista, ritenuto un saggio per essere stato infermiere militare durante la guerra e anche per l’età avanzata. Questi una volta aveva sentenziato che l’urina del papa fosse acqua santa e da allora tutti hanno continuato a credere che sia vero. È doloroso rilevare che certi atteggiamenti, depurati dalla celia, sopravvivano a sé stessi. Il “non capisco ma mi adeguo”, molto in voga in alcune scuole di partito e sindacali è ritornato in auge, come lo era stato negli anni ’60. Con una differenza: all’epoca le vacche erano grasse e c’era fieno in cascina. Al momento quei bovini, l’ apparato produttivo italiano, stanno facendo, mai richiesta, una dieta più che stretta. Il termine di paragone sono le aziende di ogni genere, fatte salve alcune notevoli eccezioni. Si sa che una rondine non fa primavera e quest ultima non arriverà se sotto il carro che la trasporta non ci saranno le spalle di tutti gli italian, nessuno escluso, a spingerlo fuori dal fosso in cui è caduto. Del che è verbale e il suo contenuto è talmente puntuale, che non c’è nemmeno bisogno di sottoscriverlo.