Anche Giobbe avrebbe avuto difficoltà a sopportare

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Gli italiani, si dà per scontato, sono considerati “brava gente”, almeno di massima. Non pertanto alcune categorie sociali, nazionali e anche straniere, devono sentirsi autorizzate a poter tentare, nelle maniere più diverse, di intendere quella qualifica come la legittimazione di un comportamento poco ortodosso ancora in atto dopo diversi anni. Si tratta della convinzione piuttosto diffusa di alcuni centri di potere che gli italiani sono poco reattivi quando subiscono torti e altre azioni del genere, spesso e volentieri, veri e propri comportamenti violenti. Essi sono non tanto fisici, quanto mentali, messi in atto con intenti ben precisi e paragonabili a congegni a orologeria. Più precisamente sono quelli che le categorie sociali appena accennate, quasi sempre sul piede di guerra con chi hanno preso di mira, tentano con tutte le argomentazioni, anche quelle più subdole, di perpetrare loro. Il più appariscente dei modi di svolgere in maniera non conforme alle regole il proprio incarico, perché ormai ricorrente più che spesso, è quello di certa magistratura. Non si andrebbe molto lontano dal vero se la si definisse Inquisizione, per di più senza santa. Solo per ricordarlo a chi si fosse distratto, per tentare di primeggiare nei confronti del potere politico, il potere giudiziario manda messaggi a tutto tondo con quanti strumenti le è possibile adoperare. La politica si difende come può e quasi sempre riesce a divincolarsi: fa parte del suo modo di operare. Non così la popolazione, che resta in ogni modo colpita anche dal solo sentito dire e si comporta di conseguenza. Quanto appena accennato è uno degli indicatori che, alla fine, chi esce di volta in volta sempre più disorientato da tali vicende è il ceto medio che, non si sa come, inghiotte e digerisce, o almeno tenta di farlo, queste esche velenose. Con il pericolo concreto che, senza far passare ancora molto altro tempo, dia sfogo alla rabbia accumulata: come sarà tutto da osservare. Totò avrebbe concluso: “E chi si è visto, si é visto”.