Ambasciatori italiani a convegno. La politica estera verso l’orizzonte 2030 tra continuità e cambiamento

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di Nicola Rivieccio

In corso dal 24 al 26 luglio al Ministero degli Affari #Esteri e della Cooperazione Internazionale la XIII Conferenza degli Ambasciatori e delle Ambasciatrici d’Italia: la #Farnesina torna a riunire a #Roma oltre 100 Capi delle missioni diplomatiche dell’Italia nel mondo, oltre ai Capi delle Delegazioni dell’#UnioneEuropea di nazionalità italiana. Un’occasione di confronto e riflessione affinché la Farnesina, grazie alla sua vastissima rete diplomatica, possa rappresentare, sempre di più, un valore aggiunto per la sicurezza e la crescita di tutto il Sistema Paese. I lavori della Conferenza si snodano tra l’impegno della diplomazia italiana su temi come #Europa,#Mediterraneo, cooperazione, sfide della globalizzazione, “#softpower” italiano e tutela dei connazionali all’estero. “Intervengo sempre volentieri alla conferenza degli Ambasciatori e delle Ambasciatrici d’Italia. È un’occasione propizia per ribadire la centralità che riveste, nell’esperienza della Repubblica, la dimensione globale in cui si trova ad agire l’Italia, abbandonate, dal dopoguerra, tragiche avventure e anacronistiche velleità e consolidate, invece, le scelte che ci hanno portato a essere protagonisti nella costruzione di organismi multilaterali e di una realtà senza precedenti quale la Unione Europea”. Così il Presidente della Repubblica#SergioMattarella, nel suo intervento alla Farnesina alla apertura dei lavori della Conferenza, aggiungendo “che rappresenta, inoltre, un’occasione per esprimere riconoscenza a tutto il personale del Ministero per l’impegno quotidiano, sviluppato nella affermazione dei principi costituzionali che ispirano la politica estera del nostro Paese e per ringraziare per il sostegno alle funzioni che svolgo. Attraverso l’attività dell’Ufficio #AffariDiplomatici del#Quirinale e nel corso delle visite all’estero – ormai oltre quaranta in questa veste – e nelle altre frequenti occasioni di incontri internazionali, ho potuto costantemente apprezzare l’alto livello di professionalità che caratterizza la nostra rete diplomatico-consolare”.
Rete, ha sottolineato Mattarella, che è “una risorsa preziosa per il Paese, caratterizzata da rigore di accesso alla carriera, imprescindibile per garantire la necessaria indipendenza professionale nello svolgimento della funzione diplomatica. Una professionalità particolarmente utile nel convulso periodo che stiamo attraversando sul piano delle relazioni internazionali”.
L’appuntamento istituzionale si propone di favorire una riflessione sul lavoro della diplomazia italiana al servizio del Paese e sulla sua evoluzione nella definizione dell’interesse nazionale nel quadro europeo e internazionale.
“Un’occasione, ha spiegato, il Ministro il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Enzo #Moavero Milanesi, nel corso della sessione inaugurale, nel quale si celebra “una grande riflessione comune sul senso della diplomazia nel mondo d’oggi”. “Lo scenario mondiale in cui ci muoviamo è caratterizzato da dinamiche veloci, mutato radicalmente rispetto a qualche decennio fa”: la parola “globalizzazione”, in tal senso, “può aiutare” ma “da sola non spiega tutto”. A questa, infatti, si è sommata “una rivoluzione tecnologica”: “siamo passati nell’era del digitale, della comunicazione in tempo reale, dell’essere sempre connessi. Questi elementi non possono non avere impatto su realtà della politica estera. Chi controlla le tecnologie avanzate acquisisce un primato, ma questo potere può essere effimero. Tutto può cambiare velocemente. E le classiche strutture statali e interstatali entrano in una situazione di difficoltà. Bisogna riconfrontarsi per capire in che misura possano essere cambiate”.
L’Italia, in tale scenario, ha subito l’impatto della perdita di peso specifico dell’Europa, alla quale “ha contribuito notevolmente l’incompiuta opera di unificazione”. Guardando “il bicchiere mezzo pieno”, tuttavia, Moavero ha osservato come l’Italia resti in ottava posizione nella classifica mondiale del Prodotto interno lordo, in settima posizione per quanto riguarda la produzione industriale e, soprattutto, in quinta posizione in termini di surplus commerciale manifatturiero. Questo, secondo il capo della diplomazia italiana, ci dice che “dobbiamo continuare a puntare su qualità, modernizzazione delle infrastrutture produttive, miglioramento dell’immagine, restare competitivi in un mondo che lo è diventato molto di più”. Fatti salvi i “tre capisaldi di riferimento” della politica estera (#Onu,#Nato e #Ue) dell’Italia, Moavero ha definito “quattro linee” da seguire.
La prima è “l’attenzione alle grandi rotte commerciali”, in particolare quella che collega l’Estremo oriente al Mediterraneo passando per il sud-est asiatico, l’India, i paesi del #Golfo e l’#Africa orientale. “Possiamo diventare la porta d’Europa di questa enorme rotta”, ha spiegato il titolare della Farnesina. La seconda linea è costituita dal #Mediterraneo, con “l’elemento chiave” rappresentato dalla sicurezza. “Tutto ciò che accade intorno ci tocca direttamente. Dobbiamo lavorare con un dialogo inclusivo che miri al risultato. L’area del Mediterraneo e le zone contigue – secondo Moavero – possono diventare una grande area di crescita e sviluppo economico. Interscambio potenziale è grandioso”.
La terza linea porta in #Africa, che non è più il continente “che tendiamo a volte a immaginare”. “In quasi tutti gli Stati c’è democrazia, guerre e conflitti si sono ridotti, la crescita media è del 5 per cento”. Si tratta, per il ministro, di “un’enorme opportunità”, con l’Italia che ha “peculiarità” tali da essere “un partner più interessante rispetto ad altri paesi europei”: una struttura economica fondata sulle piccole e medie imprese, la capacità di “fare agricoltura di qualità, di creare industrie che possono essere d’esempio e la costruzione di grandi infrastrutture”. Infine, la quarta linea elencata da Moavero è quella che lega l’Italia all’America latina e, in particolare, all’America del Sud. Si tratta di “un altro continente che ha svoltato verso la democrazia e la pace” e che continua a crescere”. In questo senso, il ministro degli Esteri ha ricordato l’appuntamento per il prossimo ottobre con la conferenza Italia-America Latina. Una enorme opportunità. Complementare all’Europa, popolazione in crescita, infrastrutture da strutturare. Noi abbiamo peculiarità che ci possono rendere partner interessante ripetto ad altri europei: struttura Pmi, capacità di fare agricoltura di qualità, di creare industrie che possono essere d’esempio e costruzione di grandi infrastrutture. Con il #Venezuela abbiamo presenza in gruppo di contatto. Non abbiamo passato coloniale da farci perdonare, non dobbiamo spiegare nulla.”