Ambasciata italiana presenta le agevolazioni per investire in Albania e Kosovo

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In foto l'ambasciatore Alberto Cutillo
Una voce comune per una causa comune: la comunità imprenditoriale dell’Albania e del Kosovo continua a richiedere agevolazioni fiscali e lotta alla burocrazia per chi decide di commerciare e intraprendere iniziativa tra i due Paesi. Le imprese produttrici chiedono alle autorità dei due Paesi il reciproco riconoscimento dei certificati e delle analisi fitosanitari, ed anche del registro dei prodotti farmaceutici. L’Albania in particolare e’ alle prese con un continuo progetto di riforme che vanno dall’economia alla giustizia, come afferma l’Ambasciatore Alberto Cutillo ; “ L’Albania ha ora una data e un programma chiaro. Nel 2019, il paese deve consolidare le riforme in tutti i settori prioritari chiave, anche se credo che gli Stati membri presteranno particolare attenzione alla riforma giudiziaria , a quella economica relativa alla problematica degli sconti fiscali e alla lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Parallelamente, l’amministrazione albanese inizierà a impegnarsi con la Commissione europea nella fase di screening della legislazione nazionale in vista dell’apertura di negoziati su capitoli specifici. Sarà un anno molto impegnativo, ma sono fiducioso “.
Il parlamento albanese approvo’ il pacchetto di agevolazioni fiscali relative alle piccole e medie imprese ed al settore agricolo ed energetico. Come annunciato da molte fonti, su iniziativa del governo, alcuni mesi fa venne rivista la base imponibile per le piccole e medie imprese. Attualmente le imprese con un fatturato annuo fino a 5 milioni di lek (circa 38 mila euro) non pagano l’imposta sui profitti. Quelle invece con un fatturato fino a 8 milioni di lek (circa 62 mila euro) pagano un imposta del 5 per cento. Al di sopra di questa soglia invece l’imposta sale al 15 per cento. Il governo decise che la soglia per le imprese che dovranno pagare solo il 5 per cento sul profitto, doveva salire fino ad un fatturato di 14 milioni di lek (circa 108 mila euro).

Altra  richiesta riguarda l’accelerazione delle procedure doganali fra i due Paesi e l’esenzione del pagamento del pedaggio sulla tratta albanese dell’autostrada che collega l’Albania con il Kosovo, rende noto “Agenzia Nova”. Tra le barriere da eliminare, secondo le categorie imprenditoriali dei due Paesi, dovrebbe esservi anche l’accisa. L’iniziativa è sostenuta dai governi dei due Paesi dei Balcani , Albania e Kosovo , a partire dall’abolizione delle dogane.                                 Nel mese di marzo, durante un’intervista a Radio Free Europe, Lulzim Rafuna, consulente del primo ministro albanese per i settori dogane e fisco, ha comunicato che il progetto è in fase di completamento: “Il nuovo punto di controllo doveva essere inaugurato a Gennaio, ma a causa di alcuni lavori aggiuntivi richiesti dall’ufficio dell’Unione europea a Tirana, abbiamo deciso di spostare la data per Marzo. Sarà un confine molto moderno, che avrà un’unica finestra di controllo e che eliminerà le lunghe file per entrare in Kosovo e in Albania. I due governi stanno lavorando per armonizzare i mercati ed eliminare le procedure burocratiche non necessarie, e la creazione di questo punto doganale rientra in questa prospettiva”. Anche altri studiosi della problematica hanno esaminato a fondo il parallelismo, come si evince dalle parole di Domenico Letizia: “ Albania e Kosovo hanno investito miliardi di euro in infrastrutture per agevolare la cooperazione economica tra i due Paesi. Una cooperazione fortemente voluta dagli operatori economici e finanziari dei due Paesi che richiedono una semplificazione delle procedure legate alle dogane anche per il porto di Durazzo, in modo da far diminuire l’esportazione dai Paesi limitrofi, come la Serbia che domina il mercato kosovaro, e di conseguenza aumentare la potenza economica di Albania e Kosovo. La Direzione generale delle dogane è l’Istituzione preposta all’attività doganale. La legislazione albanese è in linea con la normativa europea, in base alla quale la nomenclatura della merce cambia ogni anno secondo le richieste della Wto e degli Accordi di Libero Scambio. Le dogane albanesi utilizzano l’Automatic System for Custom Data (Asycuda), un metodo che consente procedure più veloci e trasparenti. L’Albania è inoltre membro della World Customs Organization dall’agosto del 1992, della Convenzione di Johannesburg sul sostegno reciproco in materia doganale e della Convenzione di Nairobi sulla prevenzione delle violazioni delle regole doganali. L’Albania fa parte inoltre dell’Accordo di Libero Scambio dell’Europa centrale (Cefta 2006) insieme alla Repubblica di Macedonia, Montenegro, Kosovo, Repubblica di Moldova, Croazia, Serbia e Bosnia Erzegovina. L’accordo è conforme alle norme e procedure della Wto e dell’Ue. La collaborazione sempre più intensa tra Albania e Kosovo può generare un fiorire commerciale anche per quest’ultimo Paese, permettendo al Kosovo di adeguarsi alle normative europee in tema di commercio e fisco e facendo avvicinare il Paese alle prospettive europee. Facile immaginare che tale gioco diplomatico ed economico non piace alla Serbia che già nei prossimi mesi non mancherà di far sentire la propria voce. Edi Rama, invece, ha annunciato che dal 2019 saranno innumerevoli le agevolazioni tra Kosovo e Albania e che si continua a lavorare ad una completa armonizzazione delle procedure commerciali tra i due Paesi, che piaccia oppure o no alla Serbia.