Ambasciata del Giappone in Italia, a Firenze la seconda tappa del Sakè Caravan

Si è conclusa il 4 marzo scorso a palazzo Tornabuoni a Firenze la seconda tappa del Sakè Caravan, iniziativa promossa dall’ambasciatore del Giappone in Italia Satoshi Suzuki.
La kermesse ha avuto inizio il 6 giugno scorso a Napoli, prima città italiana gemellata in Giappone (con Kagoshima dal 1960), nella sede del Circolo nazionale dell’Unione. Ad aprire i lavori a Napoli in qualità di Sakè Samurai è stato Marco Massarotto che ha dato una dimostrazione dell’arte del sakè e dello shochu, specialità proveniente appunto dalla citta gemellata Kagoshima.

A Firenze, grazie alla collaborazione della cantina Fukugen di Azumino (Prefettura di Nagano), Massarotto ha illustrato l’arte di questa bevanda alcolica ottenuta da un processo di fermentazione di riso, acqua e Koji. Comunemente conosciuto come vino di riso, il suo processo di lavorazione manufatturiero è simile a quello della birra. Sakè significa “ascolta” e ne esistono vari tipi: dal futsuu-shu al tokutei – meishoshu.
Il futsuu shu è un normale sakè; il tokutei meishoshu è piu’ raffinato e puro: raffinare il riso è importante in quanto la parte interna dei chicchi contiene l’amido mentre l’esterna ha proteine che tendono a lasciare aromi nel prodotto finito. Raffinare il riso è  lasciare il cuore dell’amido.

Attualmente in Italia questa bevanda e’ molto di moda tra i giovani. Il tasso alcolico non e’ tanto alto, e la bevanda dal gusto morbido si abbina sia alla carne che al pesce. Con il sakè i giovani italiani hanno scoperto anche l’arte dell’Izakaya: locali tipici nipponici dove ci si incontra per parlare e bere in maniera  informale bevendo sake’ accompagnato da piatti tradizionali.