Trecento aziende tra fornitori e subfornitori. Ditte con grandi specializzazioni, dallo smaltimento dei rifiuti alla movimentazione di enormi manufatti, dalla fornitura delle campate d’acciaio per i viadotti al movimento terra, tutte coinvolte nell’impresa di portare l’alta velocità al Sud.
È questa la storia della filiera dei fornitori della tratta Napoli-Cancello della Napoli-Bari, la nuova linea ad alta velocità sulla quale il Gruppo Webuild è impegnato anche nella costruzione di un’altra tratta, la Apice-Hirpinia.
Accanto a Webuild, le 300 imprese della filiera rappresentano l’intero territorio nazionale (il 99% è costituito da imprese italiane). Rispetto al totale, il numero maggiore (183) è quello delle imprese che hanno sede al Sud, seguono le aziende del Nord (57) e del Centro (57). La regione più rappresentata è la Campania, dove ha sede il 51,6% del totale dei fornitori, seguita dal Lazio e dall’Abruzzo.
Il loro impegno è quello di portare a termine uno dei più importanti progetti infrastrutturali italiani: l’opera che collegherà le città di Napoli e Bari con una linea ad alta velocità ferroviaria.
Nell’ambito di questo progetto, le due tratte su cui è impegnato oggi il Gruppo Webuild hanno caratteristiche molto diverse. La prima tratta (Napoli-Cancello) è lunga circa 15,9 chilometri e attraversa moltissimi territori ad alta densità abitativa come Casoria, Casalnuovo, Afragola, Caivano, Acerra, tutti in provincia di Napoli.
La seconda tratta, Apice-Hirpinia, supera i 18 chilometri e prevede l’attraversamento dell’Appennino e la realizzazione della stazione intermedia di Hirpinia. Oltre a questo, nel progetto rientra la costruzione di tre gallerie naturali e quattro viadotti in un contesto molto complesso dal punto di vista paesaggistico. Due maxi cantieri ai quali, insieme alle imprese fornitrici, lavorano oggi 600 persone, destinate a diventare 930 entro il 2022.
Le reti TEN-T per collegare l’Europa
Dall’estremo Sud italiano fino all’Austria, la Francia e oltre. Anche la Napoli-Bari rientra nei corridoi TEN-T, le reti stradali e ferroviarie che collegheranno nei prossimi anni la maggior parte degli stati membri dell’Unione favorendo lo scambio delle persone e delle merci.
I corridoi individuati dall’Unione sono nove, ma quattro di questi interessano direttamente l’Italia e sono quello che collega il Mar Baltico con l’Adriatico, quello che unisce il confine russo-finlandese con il Mediterraneo, quello che dall’Olanda arriva a Genova, e l’ultimo che dal Nord Europa raggiunge la Sicilia. l’Italia è quindi uno snodo centrale della progettazione infrastrutturale europea, non solo lungo la direttrice Nord-Sud (quella che da Milano arriva a Napoli e in futuro fino a Bari), ma anche nelle ramificazioni Est-Ovest.
Ancor di più in questa crisi esplosa per l’impatto sull’economia del Covid-19, le infrastrutture sono strategiche per far ripartire il Sud Italia e collegarlo in modo efficiente al resto d’Europa. L’Unione Europea lo ha già previsto inserendo nei collegamenti delle reti TEN-T opere strategiche che raggiungeranno Sicilia, Calabria e Puglia.