Almaviva, conti in rosso: sale tensione tra i lavoratori

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Resta alta la tensione tra gli operatori del call center Almaviva Contact, a Palermo, dove, scongiurati a maggio scorso i 1.670 licenziamenti annunciati dal colosso di call center, tornano a riaccendersi i riflettori su una vertenza difficile da ricomporre. La società ha i conti in rosso e continua a cumulare perdite (solo ad agosto ha perso 3 milioni di euro). Non ne ha fatto mistero nemmeno al ministero dello Sviluppo economico, dove la scorsa settimana le parti sociali sono tornate a riunirsi col governo per verificare lo stato dell’arte dell’accordo siglato a maggio scorso e che ha traghettato la società verso la revoca di 2.988 licenziamenti e all’applicazione dei contratti di solidarietà a Palermo, Roma e Napoli. 
Ma adesso proprio a Palermo a destare preoccupazione sono le lettere di trasferimento inviate a 154 operatori su 397 del call center siciliano, impiegati su un commessa Enel, che andrà ad esaurimento a dicembre. Senza un intervento i trasferimenti diventeranno esecutivi dal 24 ottobre, e se il quadro non cambia, non è escluso che Almaviva Contact possa avviare un nuovo processo di ristrutturazione aziendale. A Palermo per tutta la giornata in clima acceso, sono andate avanti senza sosta le assemblee dei lavoratori, convocate dai sindacati per decidere quali iniziative intraprendere per scongiurare i trasferimenti che i sindacati definiscono “licenziamenti mascherati”. 
Tra i destinatari delle lettere di trasferimento ci sono anche lavoratrici con bimbi piccoli. 
Intanto i lavoratori stanno anche valutando di intraprendere un’azione legale contro l’azienda, mentre i sindacati hanno chiesto al governo di anticipare l’incontro al Mise, fissato per il 20 ottobre. Per quella data il viceministro Teresa Bellanova ha convocato il tavolo di monitoraggio mensile sulla vertenza, come previsto dall’accordo siglato a maggio.