Allevatori bufalini, piano anti brucellosi: duro attacco al direttore dell’istituto zooprofilattico di Portici

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“Chiediamo formalmente alla Regione Campania di ritirare le deleghe al dottor Antonio Limone ed al gruppo di esperti con lui nominato per sovrintendere la scrittura del piano di eradicazione della brucellosi e della Tbc bufalina. Questo va fatto sia perche’ quel gruppo ha fallito, sia perche’ le istituzioni dovrebbero prevenire il formarsi di rendite di posizione e di comportamenti non utili a facilitare le soluzioni ed ad assicurare gli interessi collettivi piuttosto che le consorterie”. Lo ha detto Gianni Fabbris, portavoce del coordinamento unitario degli allevatori bufalini che raccoglie quasi novanta associazioni (alcune organizzano direttamente oltre la meta’ delle imprese casertane, altre sono impegnate da anni nella battaglia anticamorra e la giustizia ambientale e sociale) in un’apposita conferenza stampa convocata al centro Don Milani di Casal di Principe, quartier generale della protesta degli allevatori bufalini casertani contro il piano regionale di eradicazione di brucellosi e tbc. Fabbris, che oggi e fino al 17 giugno (in programma la serata di lancio di una campagna nazionale di sensibilizzazione della vertenza bufalina) ha sospeso lo sciopero della fame iniziato il 18 maggio scorso, mette nel mirino, come fatto piu’ volte, Antonio Limone, direttore dell’istituto zooprofilattico di Portici, dove vengono analizzati tutti i campioni organici prelevati dai capi bufalini al fine di verificare la presenza dei batteri della brucella e della tubercolosi. Limone e’ anche a capo del pool di esperti designati dalla Regione che ha elaborato il piano varato nel marzo scorso e fortemente contestato. Gli allevatori chiedono da mesi la sospensione del piano e di puntare sulla vaccinazione a tappeto dei capi, per superare definitivamente la pratica degli abbattimenti dei capi sospetti (ovviamente non di quelli per i quale si accerta la presenza della malattia), che negli ultimi dieci anni ha portato alla macellazione di 140mila bufale campane, di cui solo l’1,4% e’ risultata infetta da analisi post mortem. Al Consiglio regionale verra’ inoltre formalizzata lunedi’ 13 giugno una proposta in cinque punti per “riaprire il confronto con le istituzioni”, che prevede la richiesta di implementare l’autocontrollo in maniera piena (tutto quello che puo’ fare il veterinario della ASl puo’ farlo anche il veterinario aziendale secondo la logica per cui e’ l’impresa a farsi carico dell’eradicazione con il pubblico nella funzione di controllore), di definire le modalita’ di individuazione dei casi positivi per come la indica l’articolo 9 del regolamento comunitario 689/2020 (e non interpretandolo come pretende di fare il piano continuando nella logica perdente e colpevole che ha portato a centinaia di migliaia di abbattimenti); di riformulare gli obblighi delle imprese, la biosicurezza e il ripopolamento con parametri razionali e credibili e non inapplicabili, inutili e punitivi per le imprese; di attuare la vaccinazione con criteri pieni ed efficaci tali da perseguire l’obiettivo della prevenzione e del contenimento e non con la logica di farla fallire come appare adesso; e infine di attuare misure di sostegno reali anche economiche per sostenere le aziende in crisi e per rilanciare gli investimenti (mancato reddito, certezza degli indennizzi, finanziamento del consolidamento aziendale).