Allarme Regioni, bilanci bocciati in tutta Italia

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Quasi nessuna Regione esce indenne dai controlli della Corte dei Conti. Da quest’anno l’organo ha il potere di verificare i conti delle singole Regioni e subito sembrano venire alla luce alcuni Quasi nessuna Regione esce indenne dai controlli della Corte dei Conti. Da quest’anno l’organo ha il potere di verificare i conti delle singole Regioni e subito sembrano venire alla luce alcuni trucchi di varia entità fino alla falsificazione dei bilanci. Ad evidenziarlo è Repubblica tramite un’inchiesta. Negli ultimi dieci anni quasi nessuna Regione si era mai dovuta assoggettare a un controllo esterno, ora però sta succedendo, mentre si avvicina una legge di Stabilità che taglia 4 miliardi alle Regioni stesse. E da un esame delle carte della Corte emerge che in molti casi i tagli e la pulizia di bilancio saranno durissimi. Uno tra i casi più controversi sembrerebbe quello del Piemonte, dove la magistratura contabile ha negato la “parifica”, cioè la certificazione, di parte del bilancio. L’accusa sarebbe duplice: la giunta avrebbe preso un prestito dal Tesoro per saldare le imprese creditrici, ma avrebbe usato quei soldi per altre spese; in piu’, avrebbe cancellato dal bilancio i debiti verso i fornitori già pagati, ma non avrebbe iscritto i prestiti del Tesoro come nuovo debito. Bocciature da Nord a Sud Drastico anche il giudizio sulla Campania, relativo al bilancio 2012. La Corte nega in blocco la parifica. “La Procura Regionale – si legge nella requisitoria del giudice – condivide le osservazioni attinenti alla mera regolarità contabile formulate dalla Sezione di controllo”. Poche parole burocratiche che si riferiscono ad un bilancio da 16,8 miliardi con un deficit di 1,7 miliardi. La giunta ha fatto ricorso e per ora ha ottenuto il ritiro del giudizio della Corte dei Conti, ma questa resta un’amministrazione “vicina al default”. Molto duro poi anche il giudizio sulla Liguria, dove la Corte nega il timbro su 91 milioni di “residui attivi” (crediti presunti ma in realtà inesigibili), su 103 milioni di cessioni di immobili e su 17,5 milioni di operazioni in derivati con la banca americana Merrill Lynch. Assai seri anche i problemi del Veneto, anch’esso a rischio bocciatura: la requisitoria del magistrato parla di “errori” di contabilizzazione dell’indebitamento e “rappresentazioni contabili scorrette”. Ma pure le giunte che passano l’esame non ne escono bene. Nelle provincie autonome di Trento e di Bolzano spese “di rappresentanza” dei due presidenti per decine di migliaia di euro non hanno giustificativi ritenuti credibili. In Toscana nel 2013 emerge uno scostamento al rialzo addirittura del 75% delle spese fra preventivo e consuntivo, da quota 10,4 miliardi fino a 18,4 miliardi. La giunta, invece di privatizzare, si è addirittura spinta a salire nel capitale della società Terme di Chianciano e in Fidi Toscana, una finanziaria in perdita che ha partecipazioni in tutto: dai caseifici della Maremma agli allevamenti ittici. Quanto al Friuli-Venezia Giulia, la Corte mostra che presenta 2.800 dipendenti, ma altri 1.700 lavorano per la stessa Regione, fuori bilancio, in un “sistema satellitare composto da enti, agenzie, aziende, società, enti funzionali”. Per quanto riguarda la Sardegna, secondo la Corte dei Conti, si sarebbe davvero esagerato. Come nel 2010 e nel 2011, anche nel 2013 si è ricorso all’esercizio provvisorio. Il bilancio 2013 è stato approvato a maggio. Ma nel frattempo i legislatori sardi hanno approvato leggi senza alcuna copertura finanziaria, rinviando, per le coperture, proprio alla legge di bilancio che sarebbe arrivata dopo. Campania vicina al Default? Tra i primi a commentare i dati delle relazioni della Corte dei Conti è la senatrice Angelica Saggese, candidata alle primarie del Partito democratico per le prossime elezioni regionali: “E’ sconcertante. Dalla Corte dei Conti ci giunge la notizia che il bilancio 2012 non avrà nessuna certificazione. In maniera esplicita, significa che la Regione Campania guidata dal governatore Caldoro è vicina al default con circa due miliardi di deficit. Deficit – aggiunge la senatrice Saggese – che ricade interamente sulle spalle dei cittadini, per gli sprechi, le inefficienze, le clientele e il malgoverno messo in campo da questa giunta che continua a ridurre servizi e prestazioni, in termine di numero e di qualità ma che poi, per errore, paga due volte un debito di 14 milioni di euro ad un fornitore della Asl Napoli1″. Perciò, secondo la senatrice, “bisogna far partire ufficialmente al più presto le primarie per la scelta del candidato. Le notizie che ci arrivano dalla Corte dei Conti dimostrano come sia indispensabile dare immediatamente una soluzione alternativa ai cittadini della Campania facendo scegliere alla gente chi debba sfidare il presidente uscente. Dall’altra parte sono già pronti. Non sono abituati a fare le primarie. Ora c’è l’urgenza di partire subito per avere la possibilità di far cambiare verso anche alla Campania”. “Il default 2010? Tutto vero. Dal 2010 si inverte però rotta. Lo dice la Corte dei Conti. Noi abbiamo salvato la nave”. Commenta così, dal suo profilo Twitter, la bocciatura della Corte dei Conti il governatore della Campania Stefano Caldoro. “La giunta ha fatto ricorso e per ora – scrive il quotidiano romano – ha ottenuto il ritiro del giudizio della Corte dei Conti, ma questa resta un’amministrazione” che per la Corte dei Conti è “vicina al default”.